Mafia, agguati dopo il pentimento del boss: cinque arresti a Bari

Mafia, agguati dopo il pentimento del boss: cinque arresti a Bari
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Mercoledì 20 Aprile 2022, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:09

Cinque arresti a Bari, presunti affiliati del clan Di Cosola arrestati per i reati di lesioni gravissime e permanenti e detenzione di armi, aggravati dall'aver agito con modalità e per finalità mafiose. Agguati commessi dopo il pentimento del boss. 

L'operazione dei carabinieri

L'inchiesta della Dda che ha portato oggi in cella i 5 indagati, riguarda due ferimenti, commessi il 13 e il 17 novembre 2015 nella frazione barese di Ceglie del Campo, nei quali vennero ferite con numerosi colpi d'arma da fuoco due persone, uno dei quali appartenente allo stesso clan, nell'ambito delle fibrillazioni interne dopo la scelta di collaborare con la giustizia dello storico capo, il boss Antonio Di Cosola.

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Gli agguati furono commessi, il primo, in strada in pieno centro abitato e, il secondo, con l'irruzione armata in un circolo ricreativo in presenza di altre persone. «Il tutto - spiegano gli investigatori - finalizzato non solo a colpire fisicamente le vittime ma anche e soprattutto a lanciare un chiaro segnale a tutti i sodali». I due fatti di sangue, infatti, sarebbero scaturiti proprio a seguito del vuoto di potere creatosi dalla decisione di collaborare con la giustizia del capo. Tale decisione avrebbe sconvolto gli equilibri dei sodali, soprattutto quelli che, per vicinanza camorristica e fedeltà indiscussa all'ormai ex boss, ritenevano essere i naturali eredi al vertice del clan. Pretesa che non sarebbe stata riconosciuta da quella parte del clan che godeva anch'essa di alta considerazione camorristica, ma soprattutto di un vincolo parentale con tutta la famiglia Di Cosola.

I particolari e i nomi

Avrebbero agito con «particolare sfrontatezza, nella convinzione di poter confidare sul silenzio delle vittime o dei testimoni in ragione del loro notorio calibro criminale» gli indagati nell'inchiesta della Dda di Bari che oggi ha portato all'arresto di cinque presunti affiliati al clan mafioso Di Cosola, accusati di due agguati risalenti al novembre 2015 nell'ambito delle fibrillazioni interne al gruppo criminale dopo la scelta di collaborare con la giustizia dello storico capo, il boss Antonio Di Cosola.

I cinque pregiudicati finiti in carcere sono Luigi Guglielmi, Alfredo Sibilla, Armando Battaglia, Michele Consalvo e Biagio Cassano. Nell'ordinanza di custodia cautelare, la gip Luigia Lambriola evidenzia il «clima di omertà che regnava sovrano» nella frazione barese di Ceglie del Campo, roccaforte del clan.

Qui il «pentimento» del boss aveva «determinato tre ordini di effetti - hanno ricostruito i carabinieri, coordinati dal pm Antimafia Federico Perrone Capano - : all'interno del sodalizio si è determinata una sorta di 'guerra di successionè per la sua sostituzione; i sodali liberi facevano pressioni per convincere, o costringere, Di Cosola a ritornare sui propri passi; alcuni sodali, anche di primissimo piano, seguivano la scelta del boss e intraprendevano, a loro volta, un percorso di collaborazione con la giustizia».

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