Tavolini all'aperto, la battaglia dei gestori: «Non c'è spazio per i clienti». Il nuovo regolamento al Tar

Tavolini all'aperto, la battaglia dei gestori: «Non c'è spazio per i clienti». Il nuovo regolamento al Tar
di Elga MONTANI
3 Minuti di Lettura
Martedì 15 Febbraio 2022, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 07:19

Il nuovo regolamento relativo al posizionamento degli arredi esterni dei locali di ristorazione in via Roberto da Bari finisce al Tar. Lo scorso 20 gennaio, i titolari delle otto attività presenti sul primo isolato di via Roberto Da Bari, vicino l'Ateneo, l'unica zona della strada ad oggi pedonalizzata, hanno fatto ricorso contro il regolamento predisposto dal Comune di Bari lo scorso novembre. Il problema sarebbe nato dal fatto che, se si rispettasse il nuovo regolamento, gli spazi sarebbero troppo ridotti, e i posti per i clienti si ridurrebbero.

Il regolamento del Comune per tavolini e ombrelloni

Il Comune di Bari, con una delibera di giunta, aveva tentato di porre rimedio alle problematiche lamentate dai residenti e dai cittadini, uniformando la situazione a quella già presente su altre zone pedonali del centro, come via Sparano e via Argiro. E, seguendo soprattutto alcune indicazioni della Sovrintendenza, aveva elaborato un Progetto Unitario per l'Occupazione di Suolo Pubblico che nasceva «dall'esigenza, soprattutto in relazione all'accresciuta attenzione sia culturale che normativa alla tutela del paesaggio ed alla salvaguardia dei beni d'interesse storico e architettonico, di regolamentare coerentemente le occupazioni di suolo pubblico con particolare riferimento ai centri e nuclei storici della Città, senza trascurare le sopraggiunte normative dei Codici sia della strada che dei beni culturali e del paesaggio». Stando al nuovo regolamento, le aree occupate dagli arredi dovrebbero necessariamente essere intervallate da aree libere da ingombro, di una larghezza minima pari a 1 metro e mezzo. Allo stesso tempo, le aree utilizzate dalle attività avrebbero dovuto anche essere arredate in modo omogeneo, e quindi non essere contraddistinte da soluzioni prive di continuità. Per quanto riguarda gli arredi, eventuali ombrelloni installati non potranno superare i 240 centimetri di altezza (l'altezza minima prevista era invece 220 centimetri). Inoltre, la struttura portante degli stessi dovrà essere in ferro o legno con un telo di copertura bianco o écru, che non abbia discesa verticale.

Gli ombrelloni non dovranno avere alcuna scritta, e non sarà consentito alcun tipo di copertura aggiuntiva che potrebbe essere d'intralcio ai pedoni. Fondamentale garantire l'omogeneità dei colori e degli stessi arredi che dovranno essere necessariamente di determinati tipi. Ma il punto del contendere non è certo il colore di una sedia o la larghezza di un tavolo.

Municipio I, Leonetti: «Ordinanza vincolata alla direttiva della Sovrintendenza»

La questione che sta a cuore alle attività che hanno fatto ricorso è tutta nel posizionamento degli arredi stessi, e nell'obbligo di lasciare spazio. Soluzione che li obbliga a posizionare tavoli e sedie in una unica striscia e porta quindi ad una diminuzione drastica dei posti. Il presidente del Municipio I, Lorenzo Leonetti, in merito sottolinea: «L'ordinanza comunale è purtroppo vincolata ad una direttiva della Sovrintendenza, che vieta il posizionamento dei gazebo attaccati all'ingresso dei locali, e li obbliga a mantenere una distanza di minimo 1 metro dall'ingresso». Il regolamento, quindi, non potrebbe essere modificato in quanto legato a vincoli che la stessa amministrazione deve tenere in considerazione. Bisognerà vedere ora cosa deciderà il Tar, ultima strada che potevano percorrere i titolari dopo aver provato a dialogare con l'amministrazione comunale. Ci si augura che la questione possa essere risolta quanto prima, in quanto la bella stagione, soprattutto a Bari, è alle porte, e sarebbe fondamentale per le stesse attività avere certezze in merito a come poter posizionare gli arredi esterni. Nel frattempo, non ci sono notizie in merito alla richiesta di pedonalizzazione di via Roberto da Bari, fatta dai commercianti dove ancora non è stata effettuata la chiusura al traffico. Il coordinamento aveva scritto al Comune lo scorso novembre, la speranza era che una nuova sperimentazione venisse fatta in primavera. Ma al momento, sottolinea Marino De Bellis del Baretto, non c'è stata alcuna risposta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA - SEPA

© RIPRODUZIONE RISERVATA