“Cicatrice francese”, la sfida su Tik Tok e l'allarme: a Bari scattano anche i controlli in classe

Preoccupa la nuova moda tra giovanissimi

“Cicatrice francese”, la sfida su Tik Tok e l'allarme: a Bari scattano anche i controlli in classe
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Lunedì 27 Febbraio 2023, 05:00

Le scuole di Bari stanno combattendo in prima linea il fenomeno dilagante del gioco autolesionista della “cicatrice francese”. Preoccupa infatti e non poco la nuova “moda” diffusa tra i giovanissimi: lo sfregio sul volto che gira sui social e che consiste nell’autoinfliggersi un pizzicotto sul volto, all’altezza dello zigomo, esercitando una pressione così violenta da lasciare lividi vistosi per giorni, a volte per settimane. 


I video sono virali su Tik tok

Il Ministero è corso ai ripari, chiedendo al personale scolastico massima allerta.

A lanciare l’allarme è stato il ministero dell’Istruzione nella persona del direttore generale Giuseppe Silipo: l’ufficio scolastico regionale della Puglia ha allertato quindi tutti i dirigenti scolastici di ogni ordine e grado, anche di quelli di Bari e provincia. «Si richiede - si legge nella circolare - la massima attenzione al fenomeno da parte delle diverse componenti delle comunità scolastiche anche in considerazione dei primi casi registrati in Puglia».

Controlli in classe


E così da qualche giorno i docenti stanno controllando il volto di tutti gli studenti: prima profilo destro e poi sinistro per verificare l’eventuale presenza di segni. Proprio secondo quanto disposto dal ministero. I professori delle scuole quindi spiegano ai ragazzi, una volta controllati i loro volti, della pericolosità del fenomeno, fornendo agli studenti stessi gli strumenti necessari per capirne la gravità.

Il fenomeno


Il fenomeno purtroppo è negli ultimi giorni in preoccupante ascesa. Sono già quasi 60 milioni le visualizzazioni su TikTok dei contenuti che presentano l’hashtag #cicatrice, una parola che presenta la stessa grafia tanto in italiano quanto in francese, dove il “trend” sarebbe nato qualche settimana fa. Non è la prima “sfida” che nasce e si moltiplica su Tiktok, divenuto ormai il social di riferimento per gli adolescenti e per questo tipo di contenuti. Per il “trend francese” sono arrivate le segnalazioni anche da alcuni istituti scolastici, soprattutto a Bologna e in Emilia Romagna. L’allarme è alto anche a Verona. Pochi giorni anche la Polizia postale aveva espresso una forte preoccupazione per la diffusione dilagante di questi video.

«Parlate ai ragazzi – scrive la polizia postale – della challenge della cicatrice francese e in generale delle sfide, per cercare di capire quale interesse e importanza possano avere per loro. Ricordategli che nessun livello di popolarità online merita di esporsi al rischio di agire illegalmente o di farsi del male. Monitorate la navigazione e l’uso delle app social, anche stabilendo un tempo massimo da trascorrere connessi. Mostratevi curiosi verso ciò che tiene i ragazzi incollati agli smartphone. Quel che a noi sembra banale, può avere un’attrattiva incredibile per i ragazzi e fargli correre dei rischi evitabili. Se trovate in rete video riguardanti sfide pericolose, se sui social compaiono inviti a partecipare a questa challenge o ad altre che possono mettere in pericolo i ragazzi, se i vostri figli ricevono da coetanei video riguardanti le sfide, segnalateli subito al sito www. commissariatodips.it».

I consigli


Ai ragazzi la polizia postale aveva dato altri consigli: «Partecipare alle challenge può essere divertente ma è necessario sempre ricordare che il nostro corpo merita il massimo rispetto e deturparlo o ferirlo per apparire più “cool” non è una buona abitudine. Gli ematomi prodotti sugli zigomi per la challenge della cicatrice francese possono durare per settimane e lasciare segni visibili per molti mesi. Tra qualche settimana questa “moda” smetterà di essere popolare e ti resteranno comunque i segni di un momento di impulsività. Rispetta gli altri e te stesso nel partecipare alle challenge e ricorda che è reato diffondere informazioni e immagini private di altri, soprattutto se minorenni».

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