Chiudono le Case dell'acqua: «Bando scaduto e costi elevati»

Chiudono le Case dell'acqua: «Bando scaduto e costi elevati»
di Elga MONTANI
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Lunedì 11 Luglio 2022, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:49

Bando scaduto e costi troppo elevati. A Bari chiudono le Case dell'acqua e ad annunciarlo sono le ditte che hanno affisso un cartello sulle postazioni pubbliche. La questione Case dell'acqua a Bari sembra ancora lontana dall'essere risolta. Soprattutto dopo che, come hanno notato e denunciato alcuni cittadini, nei pressi della casa dell'acqua presente al quartiere Libertà, nella piazza del Redentore, è comparso un cartello, posizionato dall'azienda che gestisce le strutture, Tecnofonte srl, che ne annuncia la chiusura.

I cartelli che annunciano la chiusura

Per la precisione sono due i cartelli affissi. Il primo riporta le seguenti parole: «Egregi utenti, la nostra azienda da anni gestisce la somministrazione di acqua microfiltrata, refrigerata e gasata, attraverso le Case dell'Acqua a seguito di convenzione sottoscritta con Acquedotto Pugliese e il Comune di Bari, attualmente scaduta e in regime di proroga. Purtroppo, l'attuale contingenza economica, come più volte documentato agli enti preposti, non ci consente, alle attuali tariffe, di proseguire il servizio. Nostro malgrado siamo costretti a comunicare la nostra intenzione di cessare il servizio, in attesa che, con un nuovo bando, vengano definite diverse condizioni contrattuali. Alla luce di quanto sopra, vi informiamo che a breve, azzerati i crediti residuali sulle card prepagate in circolazione, ma non oltre il 31 luglio 2022, le Case dell'Acqua presenti sul territorio di Bari verranno spente. Siamo spiacenti del disagio che vi arrecheremo, ma purtroppo da mesi abbiamo sensibilizzato l'Acquedotto Pugliese e il Comune di Bari dello stato di grave antieconomicità delle attuali tariffe senza avere ricevuto alcuna risposta».

Il secondo cartello, reca invece il seguente avviso: «Con l'approssimarsi della data prevista per la fine del servizio, 31 luglio, viene sospesa l'erogazione sul pannello con l'acqua gratuita. Rimane in funzione solo l'erogatore a pagamento». Una situazione non nuova, ma che ha colto alla sprovvista molti cittadini. D'altronde, lo scorso 5 giugno, sulle nostre pagine avevamo comunicato l'intenzione di Tecnofonte di spegnere gli impianti proprio a causa del mancato rinnovo della convenzione.

I problemi, già allora, erano legati all'aumento delle materie prime, tra le quali va annoverata anche la CO2 per garantire la fornitura di acqua gassata, ma non solo. Un problema, quello della CO2 alimentare, balzato alla ribalta della cronaca anche nei giorni scorsi, con l'annuncio del colosso dell'acqua in bottiglia, Sant'Anna, che ha comunicato di dover sospendere la produzione dell'acqua frizzante a causa della difficoltà a reperirla.

I costi

Nel caso delle Case dell'Acqua, il mancato rinnovo della convenzione impedisce alla società che ha in gestione i macchinari di poter modificare i prezzi, cosa che nei mesi scorsi è stata invece fatta nelle altre città in cui è presente il servizio, come la vicina Modugno, dove i prezzi sono passati, per l'acqua naturale da 5 centesimi a 6,67 centesimi al litro, con l'obbligo di prelevare un minimo di 1,5 litri al costo di 10 centesimi, mentre l'acqua gassata è passata ad un costo di 10 centesimi al litro. A Bari, da convenzione ormai scaduta, i prezzi sono fissati a 5 centesimi al litro per l'acqua gasata, semigasata o naturale refrigerata, mentre l'acqua naturale a temperatura ambiente veniva distribuita gratuitamente.

Più di un mese fa, Pasquale Berardi di Tecnofonte srl sottolineava: «Siamo arrivati al punto in cui non ci sono i presupposti per poter andare avanti, non c'è una continuità. Ci troviamo in un momento difficile in cui tutti i costi, dall'energia alla CO2, sono aumentati, l'unica cosa a non essere aumentata è l'acqua dell'acquedotto». Nonostante le rassicurazioni da parte del Comune, la società si è trovata quindi costretta ad avvisare l'utenza della necessità di sospendere il servizio tra venti giorni, in quanto la burocrazia non sempre arriva in tempo, e si rischierebbe di lasciare i cittadini senza un ottimo servizio, e senza alcuna comunicazione al riguardo. Ovviamente, gli avvisi affissi non sono passati inosservati e sono molti i cittadini ad aver criticato quanto si sta verificando. «Stiamo per portare in giunta comunale spiega al riguardo l'assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Galasso - una delibera che permetterà di stipulare un nuovo protocollo di intesa con Acquedotto Pugliese. Tale delibera consentirà di gestire le Case dell'Acqua anche in regime transitorio, nelle more del nuovo bando che curerà sempre Acquedotto Pugliese».
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