Il caos dei 3mila supplenti: arriva la graduatoria definitiva

Il caos dei 3mila supplenti: arriva la graduatoria definitiva
di Riccardo RESTA
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Mercoledì 8 Settembre 2021, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 15:28

La confusione regna sovrana nell'ufficio scolastico provinciale di Bari. A mandare in tilt il sistema per l'assegnazione delle supplenze dalle varie graduatorie istruite è stato l'algoritmo varato quest'anno dal Ministero dell'Istruzione. Uno strumento che, nelle intenzioni del governo, avrebbe dovuto semplificare l'attribuzione degli incarichi, ma che in realtà ha fatto completamente saltare il banco.

La nota dell'Ufficio scolastico


E, allora, è di nuovo caos. Venerdì 3 settembre l'ufficio scolastico per l'ambito territoriale assegnava le 3.703 cattedre disponibili in diverse scuole di ogni ordine e grado delle province di Bari e Bat, prima di revocarle con una nota di domenica 5 settembre (a sera inoltrata) a causa di diversi reclami relativi ad attribuzioni errate. La promessa dell'Usp è stata di sanare tutto il malinteso entro oggi, mercoledì 8 settembre, data in cui è attesa la pubblicazione dei nuovi bollettini con le assegnazioni (si spera stavolta) definitive.
Si tratterebbe di non più di una cinquantina di errori commessi in fase di assegnazione, che però hanno portato a rifare tutto daccapo, lasciando con il fiato sospeso le migliaia di precari della scuola nei territori di Bari e Barletta-Andria-Trani.
Nella fattispecie, si parla di 1.513 cattedre assegnate (e temporaneamente sospese) nella scuola primaria, 999 nella scuola secondaria di secondo grado, 763 nella scuola secondaria di primo grado e 426 nella scuola dell'infanzia.

A queste si aggiungono le due supplenze che erano state attribuite al personale educativo.

In oltre 3mila hanno saltato la firma


Il totale fa, come detto, 3.703 contratti d'assunzione che avrebbero dovuto essere firmati fino al 30 giugno o al 31 agosto 2022, ma nel totale sono conteggiati anche quei docenti a cui erano stati attribuiti solo spezzoni di supplenza. Il tutto, però, è finito nel congelatore in attesa di fare chiarezza sulla legittimità dei reclami.
Insomma, una doccia gelata per quei precari che speravano di avere un minimo di sicurezza per i prossimi mesi, e che dovranno invece trattenere ancora il respiro. Il ministro Patrizio Bianchi, dalla sua, ha annunciato che il 13 settembre in tutta Italia gli insegnanti saranno a scuola, ma ha glissato sul sistema algoritmico e sulla paralisi degli uffici scolastici, che si è verificata non solo a Bari ma anche in molte altre province italiane.
E ora i sindacati vogliono vederci chiaro. Nei giorni scorsi la Uil scuola Puglia chiedeva di mettere da parte il sistema tecnocratico per tornare alle vecchie abitudini: «Sarebbe opportuno ritornare alle convocazioni in presenza, anche mediante l'utilizzo del palazzetto dello sport, ad evitare errori che mai in passato sono stati commessi», dichiaravano dal sindacato.


Di lunedì 6 settembre è anche la richiesta d'incontro inviata al Ministero dalle sigle sindacali nazionali Flc Cgil, Cisl Fsur, Uil scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams: «Le scriventi organizzazioni sindacali stanno ricevendo numerose segnalazioni dai propri referenti provinciali in merito a problemi nel funzionamento della procedura informatizzata di attribuzione delle supplenze al 31 agosto e 30 giugno. Vengono rilevati errori seriali di varia natura, anche connessi a riserve e precedenze. Per questo, considerata l'ampia platea di personale coinvolto, chiediamo un incontro urgente con l'amministrazione al fine di effettuare approfondimenti sul funzionamento della procedura e individuare gli strumenti per attivare a livello territoriale tutte le misure di confronto e collaborazione utili a risolvere le criticità. Restiamo in attesa di un riscontro favorevole alla nostra richiesta».
Ma per il momento il Ministero dell'Istruzione sembrerebbe aver archiviato l'incresciosa vicenda come frutto di errori commessi dai singoli ambiti territoriali. Tuttavia, il fatto che la questione abbia attraversato l'Italia da Nord a Sud lascia più di un dubbio aperto sull'efficacia del sistema. Ora, però, non resta che attendere.
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