Benzina, oltre 2 euro al litro. La difesa dei gestori delle pompe: «Il nostro guadagno è minimo, siamo l'ultima ruota del carro»

Benzina, oltre 2 euro al litro. La difesa dei gestori delle pompe: «Il nostro guadagno è minimo, siamo l'ultima ruota del carro»
di Alfonso SPAGNULO
4 Minuti di Lettura
Giovedì 24 Agosto 2023, 05:00

Automobilisti rassegnati e gestori arrabbiati. A Bari la benzina supera il costo di 2 euro al litro e anche il diesel schizza alle stelle. «I rincari? Prendetevela con compagnie e governo». I gestori delle stazioni di servizio e le associazioni di categoria respingono al mittente ogni responsabilità. Anzi, sono i primi a lamentarsi degli scarsi guadagni. «Noi siamo l’ultima ruota del carro – dice senza mezzi termini Vincenzo Marrone, proprietario della Dill’s che ha dalla sua diverse pompe di carburante nel Barese -. Abbiamo il misero guadagno di due-3 centesimi a litro e con questi dobbiamo pagare dipendenti, tasse ed energia. Tutti sanno che i prezzi sono gestiti dalle compagnie e oltretutto automatizzati. Noi non possiamo assolutamente metterci mano. Poi questa “cavolata” del prezzo medio sta servendo solo a metterci contro gli automobilisti che spesso vedendo la discordanza delle cifre pensano che vogliamo fare i furbi e ci considerano dei ladri. C’è chi parla di speculazione dato che l’aumento sta coincidendo con le vacanze degli italiani. Non posso che dar ragione dato che basta andare a vedere nel corso degli anni quando i prezzi dei carburanti si impennano. È sempre negli stessi periodi. Che sia estate o natale quando gli italiani devono spostarsi ecco che la benzina sale. Rimedi? Ho rinunciato anche a discuterne. Tanto decidono tutto dall’alto». 
Sulla stessa linea Giovanni Oscuro, gestore di una delle stazioni di servizio più grandi sul territorio di Monopoli. «Vogliono metterci contro la gente indicandoci come coloro che aumentano i prezzi – dice – ma è risaputo come i prezzi a noi siano imposti. In questo periodo leggo la preoccupazione sul volto dei clienti. Quelli fidelizzati mi hanno confessato che ora ponderano bene prima di prendere l’auto mentre prima non era così. E se proprio dobbiamo dirlo questi aumenti penalizzano anche noi perché si avverte un calo dei ricavi e delle vendite di carburante. Se considerate la miseria che spetta a noi vi renderete conto che anche noi siamo vittime del sistema. Le compagnie fanno i conti con il prezzo del petrolio e di conseguenza poi devono riversare sull’utenza finale l’aumento del costo del barile. È una catena. Certo che se il governo decidesse nuovamente di abbattere le accise quanto meno si potrebbe tirare un sospiro di sollievo, soprattutto gli automobilisti». 

Le voci

A puntare il dito contro il governo è Rino Carelli, sindacalista Fegica e titolare di un punto Eni a Bari sulla strada statale 100. «Volete che ribadisca nuovamente che i prezzi li indicano le compagnie e che loro decidono la politica commerciale? Che i gestori guadagnano 3 centesimi lori a litro e l’80% di questo guadagno va finire nei costi delle commissioni bancarie? Permettetemi di dire che parlare con i gestori delle stazioni di servizio in questo momento sposta il focus da chi è veramente responsabile di questa situazione che io individuo sia nel mercato internazionale dove non possiamo avere controllo e sia al nostro governo dato che le accise pesano sul 53% del costo della benzina a cui si aggiunge l’Iva del 22%. Gli unici a poter cambiare la situazione sono i nostri governanti ma sappiamo che lo Stato in questo momento ci sta guadagnando eccome. Ma non ci si rende conto che col costo della benzina alle stelle vanno in sofferenza tutti dato che l’88% delle merci in Italia si sposta su ruota. Noi pugliesi trasportiamo frutta e verdura al nord che di conseguenza avranno un prezzo esorbitante. Tutte le filiere stanno pagando questa situazione». Per Carelli questa caccia al gestore “furbetto” deve finire. «Non possiamo rifiutarci di vendere il carburante al prezzo imposto dalle compagnie – spiega – perché ci sono contratti da rispettare. Ci chiamano furbetti ma per me non ce ne sono: se aumento il prezzo è il mercato che mi espelle». E gli automobilisti? La maggior parte sono rassegnati. «È un vero e proprio salasso – confessa Dario Amodio, residente a Milano ma da qualche settimana in vacanza a Monopoli -. Sapete che da quando sono partito a oggi ogni giorno la benzina costava di più? Non colpevolizziamo i gestori perché sappiamo che non è colpa loro ma il governo invece di far finta di niente può intervenire. Guadagnerà di meno ma otterrà più consensi. E ve lo dice un elettore di centrodestra che, sinceramente, è un po’ deluso. È un ricatto morale perché sanno che non si può fare a meno della benzina».</CP>

© RIPRODUZIONE RISERVATA