Primarie, a Bari lo strappo Pd-M5S. I Dem scelgono i gazebo

Primarie, a Bari lo strappo Pd-M5S. I Dem scelgono i gazebo
di Antonio BUCCI
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Lunedì 30 Ottobre 2023, 05:00

Il Movimento 5 Stelle prova a smontare i gazebo delle primarie, il Pd li blinda e tiene il punto sulla scelta del successore di Antonio Decaro. Senza passi indietro. I pentastellati sono irremovibili, i dem pure: «A Bari il Pd rivendica il diritto di indicare un proprio candidato, che deve essere il successore di due grandi sindaci del Pd come Emiliano e Decaro, e chiede a chiunque voglia indicare il proprio candidato di partecipare alle primarie, anziché imporlo», mette in chiaro il numero uno regionale, Domenico De Santis. O, a dirla in altri termini: «Se il M5S non ha veti sui nomi che circolano in questi giorni, non dovrebbe neppure averne a discutere di una candidatura che il Pd e il centrosinistra individueranno attraverso le primarie, come è sempre accaduto». 

Il M5S contrario alle Primarie a Bari


Stavolta, la linea del segretario è tracciata per intero e lascia poco spazio all’immaginazione.

Arriva al termine dell’assemblea cittadina dei Cinque Stelle: ci sono l’onorevole Gianmauro Dell’Olio e il coordinatore metropolitano, Raimondo Innamorato, i consiglieri comunali - Antonello Delle Fontane e Italo Carelli - e i colleghi dei municipi. Il coordinatore pugliese, Leonardo Donno, si collega a distanza ma la voce è una sola: guai a parlare di consultazione popolare. «Si rischierebbe di ridurre il tutto a una lotta a chi ha più tessere. Sono fiducioso sul fatto che riusciremo a trovare una convergenza su un nome condiviso per dare a Bari una guida autorevole, il lavoro fatto a Foggia è certamente un modello da seguire», argomenta Donno, ribadendo di voler restare al tavolo «perchè il sindaco e le forze politiche e civiche hanno accolto i nostri temi». Sì, ma niente primarie: «Una posizione su cui siamo stati chiari sin dall’inizio e che continueremo a ribadire anche nei prossimi incontri», fa sponda Innamorato, reduce dall’ultimo vertice di coalizione, a metà settimana. 


«Il nome del candidato deve arrivare dal tavolo. Non poniamo veti sui nomi che circolano attualmente, ma è fondamentale chiudere il programma, perché solo in base a quello potremo capire chi è la figura migliore. Siamo nei tempi giusti per poter incidere e per poter trovare il nome giusto», fa cordone Dell’Olio. I dem non ci stanno. «Abbiamo dimostrato attenzione e rispetto al M5S, accettando le indicazioni per i candidati alla carica di sindaco a Brindisi e Foggia, ora però non si può pretendere di modificare il modo in cui il Pd e la coalizione di centrosinistra individua da sempre i suoi candidati», rispedisce al mittente De Santis. Cita i precedenti di Michele Emiliano e Antonio Decaro ma pure Nichi Vendola per corroborare la tesi: «Il Pd non pretende di imporre a nessuno i candidati, ma rivendica certamente il diritto di individuarli attraverso quello stesso strumento che viene utilizzato per eleggere il proprio segretario nazionale».

Almeno tre papabili

D’altro canto, «non si può pretendere altro, se si intende essere rispettosi del nostro partito che generosamente, pur essendo il primo partito sia a Brindisi che a Foggia, ha condiviso i candidati suggeriti dal M5S», spiega. Non un fatto di numeri ma tutto politico, visto che «alle amministrative nell’ultimo anno, il Pd è stato il primo partito di gran lunga sopra i propri alleati, a partire da Brindisi per finire a Foggia passando dagli altri venti comuni dove abbiamo votato». L’assemblea interna per arrivare a una proposta unitaria, da proporre al resto della coalizione, non si è ancora chiusa con una fumata bianca e c’è almeno un tris di papabili a disposizione: l’onorevole Marco Lacarra e gli assessori Paola Romano e Pietro Petruzzelli.

«C’è stata Foggia di mezzo, abbiamo dato la possibilità a tutti di allungare i tempi ma ora è il momento della sintesi. Sono convinto che ci sia il modo di tenere insieme tutte le esigenze e che, se questo non sarà possibile, ci siano le primarie come strumento ma a patto che questo avvenga in tempi brevissimi. Abbiamo un’eredità importante, data da dieci anni di Antonio Decaro, e serve dare il giusto tempo a chi guiderà la coalizione, perche non sia una copia sbiadita di Antonio Decaro», serra i ranghi anche Michele Boccardi di “Con”. Le parole di De Santis, in compenso, spostano l’asticella un po’ più in là e avvicinano i gazebo: bene «salvaguardare l’unità della coalizione ma, allo stesso tempo, pretendiamo rispetto». Gli alleati sono avvisati. E non vale solo per il Movimento.

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