Nuova grande struttura commerciale: c’è l’investimento del brico Tecnomat

Nella zona industriale di Bari arriva un’altra grande struttura commerciale

Nuova grande struttura commerciale: c’è l’investimento del brico Tecnomat
Nuova grande struttura commerciale: c’è l’investimento del brico Tecnomat
di ​Samantha DELL’EDERA
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Lunedì 15 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 16:24

Nella zona industriale di Bari arriva un’altra grande struttura commerciale. La ripartizione Attività produttive del Comune di Bari ha autorizzato l’apertura di un nuovo negozio della catena Bricoman (ora Tecnomat), nella zona Asi, tra viale Columbo e viale Chartroux, vicino a Barimax. 
La richiesta di autorizzazione risale al maggio del 2023 quando la Bricoman, azienda francese operante nella grande distribuzione, specializzata in edilizia, utensileria, falegnameria, elettricità, idraulica e arredo bagno, ha inoltrato domanda al Comune per l’apertura di una grande struttura nel settore “beni a basso impatto urbanistico”, con superficie di vendita 7600,35 metri quadri.


Il Comune ha avviato una serie di approfondimenti, anche interpellando la ripartizione Urbanistica ed è stata indetta conferenza di servizi in Regione; è stata presentata anche documentazione inerente alla non assoggettabilità a V.i.a.. dell’intervento proposto.
La ripartizione Governo e Sviluppo Strategico del Territorio ha comunicato che l’ufficio tecnico “ha effettuato le verifiche previste da normativa, esprimendo parere favorevole in data 18/09/2023”. L’intervento non risulta soggetto a procedimento di valutazione paesaggistica, non soggetto a vincoli e non interessante zone, aree o edifici aventi valore storico, archeologico, artistico, ambientale.
Nel corso delle procedure burocratiche è stato chiesto dalla Regione anche quali fossero i criteri di calcolo e le relative verifiche sui parcheggi. 
«La Bricoman Italia s.r.l precisa formalmente – si legge ancora nella determina dirigenziale che ha dato l’ok all’autorizzazione - che intende chiedere autorizzazione per grande struttura non alimentare a basso impatto urbanistico, circoscrivendo l’attività di vendita ai soli beni cosiddetti a basso impatto urbanistico, senza prevedere la vendita di altri beni complementari». 
Per la legge regionale si intendono beni a basso impatto urbanistico i prodotti non alimentari dei settori commercio autoveicoli, articoli igienico sanitari, materiali per l’edilizia, materiali termoidraulici, macchine attrezzature e prodotti per l’agricoltura e il giardinaggio, natanti e accessori.

Le proteste del comitato


Tra Santa Caterina (dove il Comune ha centralizzato tutte le grandi e medie attività commerciali e di recente ha messo anche a bando i “lotti” rimasti inutilizzati) alla zona industriale (dove è presente ad esempio il centro Barimax che racchiude diverse attività della grande distribuzione), le nuove aperture sono quasi annuali. E le proteste del comitato “Stop ai centri commerciali” non si fermano. 
«A Santa Caterina si continua a consumare suolo, ora nella zona industriale si apre questa grande struttura commerciale – spiega Donato Cippone, presidente del comitato che fa parte della rete Onda Verde Puglia - che non fa che arrecare danni al piccolo commercio barese che è allo stremo delle forze. La realtà è che tanti piccoli negozi stanno chiudendo». Tra gli ultimi esempi Bianco Tessile in via Melo, attività aperta circa 60 anni fa, tra le più storiche della città. 
«Le nuove strutture non fanno che arrecare danno all’economia dei piccoli commercianti – conclude Cippone - Settemila metri quadri sono tanti e qui si presenta un problema anche legato al consumo del suolo e alla cementificazione. Bari vanta tra i primati quello di avere la maggiore concentrazione di centri commerciali in una stessa zona ossia Santa Caterina». 
 

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