Fisoterapista ucciso per strada, c’è il testimone: «Il killer ha agito incappucciato»

Fisoterapista ucciso per strada, c’è il testimone: «Il killer ha agito incappucciato»
Fisoterapista ucciso per strada, c’è il testimone: «Il killer ha agito incappucciato»
di Nicola MICCIONE
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Venerdì 22 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 18:13

Il cerchio sembra stringersi sempre di più intorno all’autore dell'omicidio di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista e osteopata assassinato lunedì al quartiere Poggiofranco di Bari. Un delitto consumato all'ora di cena, da qualcuno che conosceva le abitudini della vittima - l'uomo stava tornando nel suo appartamento di via Tauro dove viveva con la famiglia, con in mano alcune buste della spesa -, la cui fuga è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza installate nelle strade limitrofe che hanno immortalato un'utilitaria scura. Gli inquirenti, in queste ore, sono convinti di aver individuato la pista giusta. E proprio per questo, la svolta nelle indagini, dovrebbe essere davvero dietro l'angolo, forse già prima di Natale. 

Il killer immortalato dalle telecamere


Il killer, «incappucciato e vestito di nero», secondo uno dei testimoni oculari presenti sul luogo delitto che subito dopo l’esecuzione ha fornito qualche indicazione utile, ha atteso e poi affrontato il 63enne in strada.

Una violenta discussione in cui lo avrebbe «spinto a terra e trattenuto mettendogli una mano sulla bocca per impedire che potesse chiedere aiuto o semplicemente urlare», e poi, ignaro di quello che sarebbe stato il suo destino, i colpi di pistola esplosi con una Beretta calibro 7.65 in più punti del corpo, per porre fine alla sua fuga disperata. È morto, nonostante le manovre rianimatorie, a causa delle gravi lesioni multiple: fatale uno shock emorragico. Il professionista, infatti, sposato e papà di due figli di che si divideva fra il reparto di traumatologia e ortopedia del Policlinico del capoluogo pugliese e uno studio privato di via Tridente, al quartiere San Pasquale, secondo quanto emerso dall’esame autoptico svolto mercoledì dal professore Francesco Introna, sarebbe stato sparato da multipli colpi d’arma da fuoco agli arti, al capo, a livello toracico e addominale, nel corso del tentativo di fuga dalla pioggia di proiettili. 

Interrogatori e indagini


L’uomo, con un passato da collaboratore del Milan, sarebbe stato anche colpito alla testa da un oggetto contundente, probabilmente con il calcio della pistola già nel corso della discussione verbale, ma per determinarlo esattamente sarà necessario un esame istologico. Gli inquirenti baresi - le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Bari, Matteo Soave, titolare del fascicolo, e condotte dal primo dirigente Filippo Portoghese, a capo della squadra mobile della Questura -, stanno passando al setaccio ogni dettaglio del delitto che ha scosso Poggiofranco. Autopsia, interrogatori di testimoni, familiari e amici, analisi del luogo, acquisizione delle videocamere di sorveglianza, esame dei tabulati e delle celle telefoniche, riscontri sulle frequentazioni della vittima. E poi una lettera anonima, che però non conteneva minacce, arrivata nei giorni precedenti nello studio privato in cui Di Giacomo lavorava, oltre ad essere docente all’Università di Bari di anatomia funzionale nel corso di laurea di fisioterapia.

L'assassino ha le ore contate

Un mosaico da comporre per ricostruire contesto, modalità ed esecutore del delitto. L'ipotesi delle ultime ore è che l'assassino, sceso da un'utilitaria scura e poi risalito una volta consumato l'omicidio, possa avere le ore contate. Le immagini delle telecamere installate sulla strada scelta per la fuga, via Luther King, sembrano inquadrare l'esecutore materiale fuggire dopo aver consumato il delitto. E poi bisogna stabilire il movente di un fatto di sangue consumato con evidente ed estrema ferocia. Di Giacomo, infatti, era incensurato: «Una persona serena» lo ricordano coloro i quali lo hanno conosciuto quando da Lavello si è trasferito a Bari. Difficile pertanto capire cosa possa aver armato la mano del sicario. Ogni pista viene scandagliata dagli inquirenti, ma quella privilegiata resta la vendetta personale. Oggi, intanto, alle 16, nella chiesa di Santa Fara, a Poggiofranco, si svolgeranno i funerali.

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