«Salviamo gli edifici del ‘900», l’sos di architetti e urbanisti

«Salviamo gli edifici del ‘900», l’sos di architetti e urbanisti
di ​Adalisa MEI
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Sabato 17 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 19:51

Salvare dagli abbattimenti, tutelare e rilanciare gli edifici del ‘900 che caratterizzano Bari. A lanciare l’sos sono gli architetti e gli urbanisti baresi attraverso un documento che porta le firme di Cosimo Damiano Mastronardi, presidente dell’Ordine degli architetti, il consigliere Danilo Stefanelli, l’architetto Mauro Sàito, presidente di Docomomo Italia Sezione Basilicata- Puglia ETS, e il professore e architetto Nicola Martinelli, presidente Urban@it e docente di urbanistica al Politecnico di Bari. 

Tutela del patrimonio


«È necessario - dicono - tutelare tutte le opere del Novecento barese.

Occorre fermare la distruzione dell'architettura della città». La reprimenda segue la notizia secondo la quale un nuovo condominio sta per sorgere al posto della ex sede storica de La Gazzetta del Mezzogiorno progettata nel 1972 dall’architetto Onofrio Mangini, al civico 264 di via Scipione l’Africano, nel cuore del quartiere Carrassi. L’impegno dell’ordine è sempre stato teso ad affermare il valore e la tutela dell’architettura del ‘900 e «l’edificio di Mangini - precisano - ne è parte integrante, quale espressione fondamentale della cultura e dell’identità di una comunità e del suo territorio». 

Il Comune 


Immediata la replica del Comune, rea per gli architetti, di non far nulla per mettere in salvo e tutelare le opere di qualità dell'architettura barese. Il Comune ha richiesto «ben due volte parere alla soprintendenza», chiarisce l'amministrazione, ma per quest'ultima «non sussisteva nessun motivo per l’apposizione del vincolo sull’edificio in questione». 
Alla base dell'ammonimento da parte di Mastronardi c'è la legge regionale del 2008 numero 14, «che ad oggi nessun Comune in Puglia ha ottemperato», dice. Secondo il provvedimento, creato per tutelare i beni architettonici pugliesi, i Comuni della regione avrebbero dovuto redigere un elenco di edifici di architettura moderna e contemporanea di significativa testimonianza storiche e votare una variante per tutelarli e salvaguardarli. «L’elenco degli edifici vincolati - precisa però l'amministrazione comunale - è stato redatto da tempo. Una pratica però bloccata dalla Regione, perché trattandosi di esempi di architettura moderna, devono rientrare in un’altra procedura a se stante».

L'elenco

Ad oggi il Comune ha comunque completato la prima bozza di elenco, «che presenta molte incongruenze rispetto ad un elenco dei vincoli elaborato dalla soprintendenza». Nei prossimi giorni assicura quindi l’amministrazione «il Comune chiederà alla soprintendenza di aprire un tavolo per una prima verifica dei singoli immobili per evitare discrasie. Poi - conclude - i risultati verranno condivisi con tutti gli operatori del territorio per eventuali modifiche e proposte».
Secondo l'ordine degli architetti l’abbattimento dell'edificio della Gazzetta del Mezzogiorno, posto in un quartiere popoloso e densamente urbanizzato, sarebbe «un’occasione persa». «Un progetto di maggior utilità pubblica - chiarisce infatti Mastronardi - avrebbe potuto sfruttare lo spazio pubblico potenziale dell’attuale piazza di accesso all’edificio di Mangini (sotto la quale un tempo giravano le rotative del giornale), prevedendo una permeabilità, almeno pedonale, tra via Scipione l’Africano e via Raffaele Gorjux». Nei volumi esistenti da ristrutturare, secondo gli esperti, avrebbero potuto ubicarsi destinazioni d’uso d’interesse collettivo, attraverso un’operazione di “agopuntura urbana”: spazi verdi e di aggregazione aperti al quartiere, oltre che attività di servizio, ovvero luoghi di lavoro e di residenza ispirati a nuovi modelli insediativi, diffusi nella società italiana e internazionale post- pandemia". Le opere di architettura moderna fanno parte del palinsesto urbano al pari delle bellezze monumentali e dei luoghi simbolo: «Oggi - conclude quindi Mastronardi - Bari unanimemente viene considerata anche città turistica, e dunque deve fare una irrinunciabile riflessione sulla sua identità culturale e sulla immagine che intende offrire a turisti e city users per essere realmente attrattiva». 
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