Con l'approvazone della delega fiscale da parte del Parlamento, la riforma della tassazione del governo Meloni entra nel vivo. Il vice ministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha ribadito l'intenzione dell'esecutivo di portare le aliquote Irpef da quattro a tre «per poi arrivare gradualmente verso la flat tax», pur rispettando la progressività richiesta dalla Costituzione.
La legge delega
La legge delega (che ha una validità di due anni) fissa solamente gli obiettivi della riforma fiscale e non dovrà portare oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche o aggravi della pressione fiscale. Si punta quindi a rivedere le esenzioni fiscali (che in totale costano 165 miliardi), con i primi interventi che dovrebbero arrivare già con la prossima legge di Bilancio: per questo gli occhi sono puntati sulla Nadef (la Nota di aggiornamento al Def), in calendario alla fine di settembre, pubblicata la quale si avrà un'idea dei numeri.
Cosa cambia con la diminuzione delle aliquote
Partiamo dalla riduzione delle fasce di aliquote Irpef, da quattro (23%, 25%, 35% e 43%) a tre.
Inoltre, nel corso dell'ultimo passaggio alla Camera sono state inserite alcune modifiche, come l'impegno a tener conto «nella revisione e riduzione dell'Irpef» anche «della composizione del nucleo familiare» prendendo «in considerazione, in particolare, i nuclei familiari in cui sia presente una persona con disabilità» ma anche dal fatto di avere una casa (sia in proprietà che in affitto) oppure di aver svolto lavori per l'efficientamento energetico. Tutte modifiche che, se confermate, dovrebbero tradursi in un ulteriore risparmio per il contribuente.
Tredicesime, premi di produttività e no tax area
Un altro obiettivo dell'esecutivo appare quello di "premiare" quelle entrate aggiuntive che arrivano durante l'anno. In questa logica, va letto anche il tentativo di introdurre una sola aliquota Irpef sulla tredicesima (aumentandone così l'importo ricevuto dal dipendente): l'obiettivo è portarla al 15%. Su una retribuzione aggiuntiva di fine anno pari a mille euro, al lavoratore entrerebbero in tasca circa 80 euro in più di quanto accade ora (con la tassazione al 23%). Allo studio ci sono anche interventi sugli straordinari. Già nella legge di Bilancio scorso, poi, è stata prevista un'aliquota del 5% sui premi di produttività (invece che al 10%), entro il limite di 3mila euro. Infine, l'obiettivo è poi quello di uniformare la no tax area (la soglia di reddito sotto la quale nulla è dovuto allo Stato) dei lavoratori dipendenti (8.174 euro) e dei pensionati (8.500 euro).