La Libia è nel caos, l’occidente ha commesso degli errori e la situazione sembra fuori controllo. Qual è secondo lei la via di uscita?
La crisi in Ucraina si aggrava e l’accordo di Minsk non e’ ancora messo in atto. Pensa ci sia il rischio di una escalation militare?
«Penso che il rischio di questo scenario sia reale ma è meglio avere cautela a sbilanciarsi, non voglio pronunciarmi per il rischio di gettare olio al fuoco. È necessaria una politica dei piccoli passi per non complicare ancora di più le cose. Sarebbe un errore fatale tirare l’Ucraina da una parte e dall’altra, considerarla come un avamposto dei rispettivi schieramenti. Il ruolo dell’Ucraina deve essere invece quello di ponte fra Europa e Russia».
L’amministrazione Obama ha adottato una politica più dura con Mosca, dalle sanzioni all’intenzione di inviare truppe nell’Europa dell’est. È giusto isolare Putin o sarebbe meglio averlo come partner nella ricerca di una soluzione in Ucraina o altre priorità di sicurezza come la lotta al terrorismo e la stabilizzazione della Libia?
«È giusto procedere come fra partner, questo è il compito della diplomazia, ma la Russia è una delle parti in causa e deve rispettare gli accordi. Penso che il dialogo fra Stati Uniti e Russia sia importante per l’equilibrio del mondo. Questo dialogo va esteso e Russia e Stati Uniti devono evitare una politica di confronto ostile».
«Penso che Teheran sia sincera, che cerchi davvero un accordo, nel suo interesse. E i paesi occidentali hanno bisogno della cooperazione della Russia per la lotta internazionale al terrorismo, nelle crisi regionali, la proliferazioni di armi di distruzione di massa, e la sicurezza alimentare».
«La Grecia è sempre stata e sempre sarà parte dell’Europa. Per questo credo che dovrebbe rimanere nell’Unione europea, ma i termini degli obblighi da lei sottoscritti negli accordi internazionali devono essere rispettati. Quale che sia il risultato spero che l’interesse degli europei a una Europa unita e dinamica continuerà. La Grecia rappresenta una vera sfida per l'Europa, l'importanza della costruzione europea è sempre stata cruciale per noi, per questo spero che, in ogni caso, l'Europa mantenga la sua struttura».
«Napolitano era un dirigente del Pc quando io ero nell’incarico (segretario di stato Usa, ndr) e per questo lo consideravamo un avversario ma negli anni si è sviluppato un rapporto forte fra lui e me. È un uomo di grande cultura, di grande umanità e sempre attento alle relazioni transatlantiche. Ha avuto un ruolo straordinario sia all’interno delle relazioni atlantiche sia fuori, all’interno dell’Italia per tenere salda la partnership. Questo premio (il Premio Kissinger conferitogli ieri sera a Berlino, ndr) è proprio diretto a premiare le relazioni fra l’America e l’Europa. E Napolitano è il primo italiano a riceverlo».
«La questione della Germania nel Consiglio di Sicurezza va considerata nel quadro della riforma delle Nazioni Unite, assieme al Giappone e al Brasile, e non come una questione separata. In tale prospettiva sarei sì favorevole a un seggio tedesco».
«Il numero di telefono lo posso pure trovare, ma non trovo risposta».