Elena Cecchettin continua a metterci la faccia. Senza timore del giudizio, di ciò che dice, riguardo la morte della sorella Giulia Cecchettin e soprattutto dell'assassino, Filippo Turetta. A “Dritto e rovescio” ha spiegato: «Io volevo lanciare un messaggio. In questi giorni si è sentito parlare di Turetta, definito come mostro...ma lui mostro non è, perché mostro è colui che esce fuori dai canoni della nostra società, mentre lui è un uomo schiavo dei canoni della nostra società patriarcale”. E ancora.
Elena Cecchettin, la cultura dello stupro
«La cultura dello stupro è quell'insieme di azioni volte a limitare la libertà della donna, come controllare il telefono, essere possessivi o fare catcalling - ha poi proseguito -.
Un dolore enorme accompagnava le sue dichiarazioni, mentre il suo volto carico di emozione e tristezza guardava dritto n camera.
"Turetta non è un mostro, lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro"
A #Drittoerovescio parla la sorella di Giulia pic.twitter.com/JETBDvqkvx— Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) November 19, 2023
Poi la conclusione: «Il femminicidio è un omicidio di potere, è un omicidio di Stato, perché lo Stato non aiuta e non tutela noi donne. Bisogna prevedere allora un’educazione sessuale e affettiva nelle scuole per prevenire queste cose, bisogna finanziare i centri antiviolenza per far sì che siano davvero pronti ad aiutare le donne che ne hanno bisogno», ha raccontato prima dell’appello finale: «E per Giulia, vi chiedo, non fate un minuto di silenzio, bruciate tutto».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout