Contro il diabete nuove cure "salva-cuore":
hi-tech per migliorare la vita dei pazienti

Contro il diabete nuove cure "salva-cuore": hi-tech per migliorare la vita dei pazienti
3 Minuti di Lettura
Lunedì 12 Settembre 2016, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 10:16
Nuove cure 'salva cuore', esami sempre più precisi per prevenire il rischio di ammalarsi e dispositivi hi-tech per migliorare la qualità di vita dei pazienti. Sono gli ultimi passi avanti nella lotta contro l'epidemia di diabete che ormai registra nel mondo oltre 415 mln di persone colpite. A fare il punto su quella che è ormai definita un'emergenza globale sono gli esperti riuniti a Monaco per il 52/mo Congresso dell'Associazione europea per lo studio del diabete (Easd) che prende il via oggi.

Il numero di malati continua a crescere, anche in Italia: «Sono 3,5 milioni le persone colpite - afferma il presidente della Società italiana di diabetologia (Sid) Giorgio Sesti - ed a queste si aggiungono circa 2 milioni che hanno il diabete ma non lo sanno. E si stima che altri 4,5 milioni di italiani siano fortemente a rischio. Un trend in crescita in modo allarmante anche tra i giovani e cha ha come causa primaria l'aumento dell'obesità».

Sul fronte delle cure, però, i progressi sono notevoli. Una novità «molto attesa, ad esempio - spiega Sesti - è l'arrivo di un nuovo farmaco, basato sul principio attivo nemeglutide, grazie al quale si potrà curare il diabete ma anche prevenire le complicanze cardiovascolari gravi, dall'infarto all'ictus, nei diabetici già colpiti da simili eventi. I risultati dello studio, molto positivi, saranno presentati al congresso e rappresentano un grande passo avanti». Infatti, sottolinea, nei diabetici il rischio di infarto è 2-3 volte maggiore rispetto ai soggetti sani. Finora la sfida, oltre la cura della malattia, era appunto riuscire a prevenire tali complicanze gravi. Questo nuovo farmaco è ora in grado di ridurre il rischio, con una semplice iniezione settimanale«.

Allo stesso modo, sono in arrivo nuove molecole per la protezione renale, per prevenire l'alto rischio di dialisi o trapianto del rene. E se gli studi sulle cellule staminali per la produzione di insulina »vanno avanti, ma i risultati concreti sono ancora lontani - afferma - sempre più vicino appare invece il traguardo del pancreas artificiale da impiantare nei casi più gravi: gli studi sono in fase avanzatissima ed in Canada si è già avuta l'approvazione delle autorità. Entro 2 anni anche l'Agenzia del farmaco Ue e quella italiana dovrebbero dare il via libera«. La tecnologia garantisce poi una vita più semplice ai diabetici grazie a nuovi dispositivi, come i sensori di ultima generazione per il monitoraggio continuo della glicemia che si applicano all'addome. Insomma, la scienza avanza e porta a miglioramenti concreti. Non altrettanto fanno, però, le istituzioni.

Secondo le stime, rileva il presidente Sid, »i costi annuali del diabete in Italia sfiorano i 9 mld di euro.
Una cifra enorme, analoga al costo in altri Paesi. Per questo, l'Onu ed il Parlamento europeo hanno chiesto agli Stati di investire di più per arginare questa epidemia«. In Italia però, rileva, »non molto è stato fatto e non esiste alcun piano specifico di contrasto al diabete«. Quello che invece servirebbe, avverte, »è un vero e proprio piano Marshall di investimenti«. Ad oggi però, conclude il presidente dei diabetologi, »l'attenzione politica è ancora minima«. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA