Caso Yara, nuova istanza di scarcerazione per Bossetti: «Indizi di colpevolezza inesistenti»

Caso Yara, nuova istanza di scarcerazione per Bossetti: «Indizi di colpevolezza inesistenti»
di ​di Claudia Guasco
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Lunedì 9 Febbraio 2015, 12:49 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 13:14

Milano - Uno spiraglio di liberta' per Massimo Bossetti, in cella dal 16 giugno con l'accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. Una nuova istanza di scarcerazione è stata presentata stamane da Claudio Salvagni, legale del muratore di Mapello, al gip di Bergamo Vincenza Maccora alla luce delle ultime novità emerse dall'inchiesta.

Nelle tredici pagine la difesa ripercorre le tappe della vicenda giudiziaria - dal no del gip e del Tribunale del riesame di Brescia alla scarcerazione - fino al ricorso in Cassazione (l'udienza è il programma il prossimo 25 febbraio), focalizzando l'attenzione sulle nuove perizie dell'accusa in cui si evidenzia l'assenza di peli e capelli di Bossetti sul corpo della vittima.

Così come sugli abiti, sugli attrezzi e il furgone sequestrati al carpentiere non c'è alcuna traccia della piccola ginnasta di Brembate.

IL REBUS DEL DNA

Sui leggins e sugli slip della sedicenne sono stati isolati reperti genetici misti (Yara - 'Ignoto 1') e secondo la difesa la relazione firmata dal consulente della Procura Carlo Previdere' ha fatto emergere "acclarati dubbi scientifici" sulla solidità della prova del dna. Il dna mitocondriale di 'Ignoto 1' infatti non corrisponde con quello di Bossetti, a fronte di una piena corrispondenza tra il dna nucleare del presunto assassino con quello dell'indagato. Una possibilità che, secondo diversi genetisti, è difficile da spiegare. Questi elementi costituiscono quei "fatti nuovi sopravvenuti" che consentono alla difesa di potersi rivolgere per la seconda volta al giudice dell'udienza preliminare. Il gip di Bergamo ha cinque giorni per decidere sulla nuova istanza con cui l'avvocato di Bossetti chiede la revoca della misura cautelare in carcere o, in subordine, un'altra meno afflittiva.

INESISTENTI INDIZI DI COLPEVOLEZZA Per l'avvocato del muratore è dimostrata "l'inesistenza degli indizi di colpevolezza", in presenza di un "quadro indiziario assente", nel quale i primi elementi che hanno portato in carcere Bossetti hanno perso la loro forza di prova mettendo a rischio l'impianto accusatorio, da sempre definito granitico dalla procura di Bergamo. L'istanza di scarcerazione si focalizza sulle nuove perizie dell'accusa in cui si evidenzia l'assenza di peli e capelli di Bossetti sul corpo della vittima, così come sugli abiti, gli attrezzi e il furgone sequestrati all'indagato. «L'esito assolutamente negativo» di questi accertamenti costituisce «un rilevante e determinante elemento a favore dell'indagato e, in particolare, un fatto nuovo sopravvenuto, idoneo a contrastare concretamente gli indizi di colpevolezza posti a base della misura restrittiva», si legge nell'istanza, trattandosi di circostanze "che minano, senza alcun dubbio, le argomentazioni esternate dall'accusa che, in tali indagini, indicava l'esistenza di rilevanti elementi indiziari".

NO ALL'IMMEDIATO

Il pm Letizia Ruggeri aveva tempo fino al 30 gennaio per chiedere l'immediato, alla fine l'accusa ha deciso di procedere con rito ordinario. «Una scelta che dimostra l'assoluta inconsistenza delle allegazioni indiziarie formulate dalla Procura», scrive Salvagni. Il procedimento al muratore di Mapello si svolgera' in Corte d'Assise, davanti a un collegio composto da otto giudici: due togati e due cittadini. La battaglia della difesa di Bossetti è solo all'inizio.

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