"Io, licenziata perché ero in gravidanza". Il racconto video

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Licenziamento discriminatorio quello adottato l’1 aprile del 2020 per una educatrice da una cooperativa di Brindisi specializzata nell’assistenza dei pazienti psichiatrici. Perché - ha stabilito la sentenza di primo grado della giudice della sezione Lavoro del Tribunale di Brindisi, Gabriella Puzzovio - l’educatrice, la dipendente Giorgia Marinò, 38 anni, era in stato interessante. 
La decisione adottata da qualche giorno ha tenuto conto di almeno quattro circostanze: primo, la cooperativa era stata messa al corrente dalla diretta interessata di essere incinta, un giorno prima del licenziamento, il 30 marzo. Secondo: il 27 marzo era già stato diffuso fra gli operatori il prospetto dei turni di aprile che vedeva la presenza di Marinò. Terzo: nella sentenza di condanna della cooperativa al versamento di 13mila euro, sono stati valorizzati i messaggi sulla piattaforma Whatsapp scambiati da Marinò con la presidente della cooperativa. Quarto: la giudice della sentenza non ha ritenuto rilevante la relazione inoltrata il 19 marzo dalla coordinatrice alla presidente incentrata su una serie di presunte carenze professionali contestate alla educatrice, e presentate come motivo di licenziamento.