Zuckerberg difende Apple: "Sì alla sicurezza
e alla privacy, no al backdoor"

Mark Zuckerberg
Mark Zuckerberg
di Alessio Caprodossi
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Martedì 23 Febbraio 2016, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 10:06
Portare Apple in tribunale perché non può e non deve sottrarsi alle richieste dell’Fbi. A mettere altra benzina sullo scontro tra la Mela e gli investigatori federali ci pensa Stephen Larson, ex giudice e ora avvocato di alcune vittime dell’attentato dello scorso 2 dicembre a San Bernardino, in California, in cui morirono 14 persone e 23 rimasero ferite, che annuncia un azione legale di alcuni sopravvissuti contro l’azienda di Cupertino.

«Vogliono sapere perché sono stati presi di mira dai terroristi», è il monito di Larson, coadiuvato nell’azione di pressione su Apple da James Comey, numero uno dell’Fbi: «Non vogliamo nessun precedente (in riferimento all’ipotesi avanzata da Tim Cook riguardo a uno sblocco forzato dell’iPhone dell’attentatore Syed Rizwan Farook, nda) ma non possiamo guardarci allo specchio se non seguiamo questa strada». 

Se in molti criticano Apple, c’è chi si è schierato apertamente al suo fianco. Il sostegno, di peso, arriva da Mark Zuckerberg: «Noi siamo con Apple perché crediamo nella crittografia e non crediamo che inserire una backdoor in un iPhone sia sinonimo di sicurezza». Dal palco del Mobile World Congress di Barcellona, la fiera più importante d’Europa per il mercato mobile, mister Facebook ha annunciato il Telecom Infra Project, piano che mira a unire operatori e compagnie per estendere l’uso di internet a tutti sfruttando partnership (tra le trenta iniziali ci sono Intel, Nokia e Deutsche Telekom). Dall’uso dei droni a quello degli aerei a energia solare, l’assillo di Zuckerberg è connettere le zone remote del globo. «Vogliamo offrire l’opportunità di navigare ai 4 miliardi di persone che ancora ne sono escluse».
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