Al volante c'è il satellite: Zeekr di Geely precede Elon Musk

La versione FR della OO1, una vera astronave terrestre su quattro ruote è il primo veicolo che riceve informazioni dal cielo. Per ora solo in patria

Al volante c'è il satellite: Zeekr di Geely precede Elon Musk
di Nicola Desiderio
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Mercoledì 17 Gennaio 2024, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 07:40

L'auto è già diventata uno smartphone a 4 ruote e presto potrebbe diventare una sorta di telefono satellitare.

E non parliamo di semplice sistema di posizionamento, ma di collegamento bidirezionale attraverso una costellazione di satelliti a bassa quota, posizionati a circa 500 km di altitudine.
La prima automobile in grado di sfruttare tale tecnologia sarà la Zeekr 001 FR, versione ad altissime prestazioni dell’ammiraglia del nuovo marchio di Geely la cui scheda tecnica è tutta un programma: batteria Qilin di CATL a 800 Volt da 100 kWh e 4 motori elettrici, uno per ogni ruota: gli anteriori da 155 kW e i posteriori da 310 kW per un totale di 930 kW (1.264 cv), in grado di sparare questa 5 porte lunga 4 metri e 96 cm da 0 a 100 km/h in 2 secondi e qualche spicciolo. Ma questo è il meno perché la 001 FR può correggere la traiettoria agendo istantaneamente su ogni motore e può persino fare il cosiddetto “tank turn” ovvero girare intorno a se stessa come un mezzo cingolato.


LA STRATEGIA

Un guanto di sfida bell’e buono per berline ipervitaminizzate a suon di elettroni come Lucid Air, Lotus Evija e soprattutto la Tesla Model S Plaid. E non è tanto questione di cavalli o numeri, ma di strategia mirando dritto al cuore di Elon Musk che, come è noto, è anche il padre padrone di Space X, la più grande società privata di space economy e che ha già in orbita circa 5.300 satelliti per la rete Internet satellitare Starlink, destinata a crescere fino ad avere almeno 12mila unità operative.
Le Tesla sono connesse solo via terra e non sfruttano questa sinergia di gruppo. La Zeekr 001 FR invece è la prima automobile al mondo collegata a un sistema satellitare tutto suo. Si chiama “Geely Future Mobility Constellation” ed è costruito dalla stessa Geely attraverso la consociata Geespace, società nata a Shanghai nel 2018 e che dal 2022 ha iniziato a mettere in orbita i satelliti GeeSAT-1, sviluppati e costruiti interamente in casa e in grado di offrire servizi di Precise Point Positioning and Real-Time Kinematic services (PPP-RTK). Vuol dire che forniscono un segnale di posizionamento con la precisione di un centimetro a oggetti in movimento accompagnato dalla scambio bidirezionale di dati aggiuntivi, dunque molto meglio delle varie reti GNSS (Global Network Satellite System) governative come GPS (USA), Galileo (UE), Glonass (Russia) o la stessa cinese BaiDou che non vanno oltre i 20 cm. È quello che ci vuole per realizzare la guida autonoma fornendo ai veicoli l’esatta posizione e, al tempo stesso, smistando dati in cloud per garantire ridondanza e massima sicurezza.


GRUPPO ARTICOLATO

La Geespace è partita con 9 satelliti e ne avrà 72 in orbita entro il 2025 per servire l’intera Cina, ma l’ambizione è quella di arrivare a 256 unità formando una costellazione globale in grado di collegare tutti i veicoli del gruppo Geely ovvero Volvo, Polstar, Zeekr, Lotus, Link&Co, ma anche i London Taxi e altre partecipate come Smart, Mercedes, Aston Martin e Proton. Dunque case europee e veicoli che circolano sul territorio europeo o americano potrebbero appoggiarsi alla rete di Geely per prendere dal cielo le risorse necessarie ai servizi di mobilità avanzati.
La questione diventerebbe a questo punto geopoliticamente strategica: potranno gli USA e l’Unione Europea permettere la circolazione di veicoli in grado di raccogliere sul proprio territorio enormi quantità di dati che, attraverso lo spazio, sono poi gestite da stazioni di terra che si trovano in un Paese “tecnicamente” concorrente?
Già Pechino ha vietato alle Tesla di entrare all’interno di installazioni militari, ben sapendo che ognuna di esse ha 9 telecamere, è costantemente connessa e SpaceX ha diversi affari con il governo americano.

La guerra dei (legittimi) sospetti è già iniziata.

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