Massimiliano Dona, Unione consumatori: «Gli utenti vanno educati a difendersi dalle truffe social»

Massimiliano Dona
Massimiliano Dona
di Lorena Loiacono
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 14:13 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 07:41

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, oggi ci si informa spesso tramite i social: lo fanno soprattutto le nuove generazioni ma anche i meno giovani. Siamo tutelati dalle trappole della rete?

«È così, sempre più spesso le informazioni arrivano attraverso i social ed è nostro dovere rendere questi ambienti migliori. È una sfida culturale».

Sarebbe meglio restare alla larga dalla rete?

«No, sinceramente contesto la ricostruzione per cui i social sono il luogo peggiore della società. Anzi, rispecchiano la società con i suoi aspetti più positivi e quelli censurabili».

Si può introdurre una regolamentazione?

«Non è così semplice, i social seguono dinamiche sovranazionali, addirittura globali. Quindi, da avvocato, dico che quando si pensa a mettere in campo degli scenari normativi si incontra una difficoltà non da poco, perché il punto di vista non può essere quello del singolo Paese».

Quindi come ci si tutela?

«L’unica scelta che abbiamo è quella di avviare una cultura di base per tutti coloro che entrano in questi ecosistemi: è una sfida vitale per la crescita della società.

Si deve cominciare investendo sull’educazione dell’utenza per aiutarla a difendersi da eventuali truffe».

In che modo?

«Se qualcuno mi propone di dimagrire 10 kg in una settimana, devo capire immediatamente che si tratta di un messaggio ingannevole e pericoloso. Lo stesso vale per la proposta di un’attività che mi fa guadagnare 10mila euro al giorno. L’educazione di base deve consentire ai ragazzi di orientarsi su ciò che è possibile e ciò che, invece, è dannoso e illegale. Registriamo un analfabetismo funzionale molto diffuso. Questa è la prima sfida: educare l’utente».

L’altra?

«Insegnare i punti cardinali dell’autotutela: la nostra banca non ci chiederà ma le coordinate bancarie oppure la società energetica non manderà mai una persona al citofono. Questo tipo di truffe agli anziani ora funzionano sempre meno perché la campagna informativa è stata efficace. E qui abbiamo bisogno delle imprese, alcune lo fanno, ma serve più informazione per non buttare via tutto quel che c’è di buono in rete».

Ad esempio?

«Ci sono profili molto validi di professionisti che fanno divulgazione: dal professore di fisica a quello di grammatica, dall’esperto di educazione al consumo a quella finanziaria».

Lei è un content creator molto seguito, quanti follower ha?

«Ormai più di 800mila e molti sono giovani. Spiego come scegliere i prodotti più adatti, come evitare gli sprechi, come leggere le etichette e difendersi dal marketing. Ho rubriche mirate per riconoscere le truffe del digitale e porto tante testimonianze dal mio pubblico. L’obiettivo è provocare nel consumatore un ragionamento evitando che creda a tutto quello che vede».

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