Influencer, arriva la carta dei valori per dettare regole contro challenge e follie social

A Perugia un evento su sostenibilità e responsabilità. L'obiettivo: una guida per una presenza digitale virtuosa

Influencer, arriva la carta dei valori per dettare regole contro challenge e follie social
Influencer, arriva la carta dei valori per dettare regole contro challenge e follie social
di Matteo Grandi
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Settembre 2023, 14:22 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 12:30

Che il tema sia sempre più caldo lo racconta, purtroppo, la cronaca. Come l’incidente automobilistico che, a giugno scorso, ha coinvolto il collettivo di tiktoker romani Borderline (mentre erano alle prese con una challenge), incidente in cui ha perso la vita un bimbo di tre anni. O all’incredibile storia che arriva dagli Stati Uniti, dove un giovane studente ha perso la vita in classe in seguito a un’assurda challenge in cui vinceva chi mangiava più piccante.

Challenge, peraltro, incentivata da un brand per pubblicizzare una patatina. Follie 2.0 con le quali ci troviamo, secondo diverse sfumature di pericolosità, a fare i conti quotidianamente. Perché non c’è soltanto un tema di (ir)responsabilità da parte di chi pubblica, ma anche un rischio emulazione che quel tema lo amplifica potenzialmente all’infinito. Per questo è stato organizzato un evento, un evento necessario, una tavola rotonda di alto profilo con relatori che porteranno agli occhi dell’opinione pubblica istanze e sensibilità diverse con un comune denominatore: rendere i social un luogo più sicuro. O meglio più sostenibile, visto che la sicurezza, se fraintesa, può anche essere intesa come una forma di controllo. È questo quello che andrà in scena a Perugia, alla Sala dei Notari, sabato mattina 23 settembre.

REGOLAMENTI

 La Francia, attraverso la recente legge sugli influencer sta cercando di fotografare e disciplinare quella che è a tutti gli effetti una nuova professione. Da noi il Garante delle Comunicazioni (AgCom) ha lanciato una proposta per individuare un quadro normativo “chiaro e trasparente” per gli influencer - equiparati, in determinate situazioni, a fornitori di servizi media - per una maggiore trasparenza e consapevolezza a beneficio degli utenti. Nelle ultime settimane ha preso forma e corpo l’Associazione Italiana dei Content e Digital Creators, non soltanto per rappresentare la categoria professionale degli influencer e dei content creator ma anche per dare vita a iniziative atte a promuovere e ad approfondire la cultura digitale e i modelli di insegnamento dei valori ai giovani come veicolo di educazione sociale.

PERCORSO

Sono queste le motivazioni che hanno spinto l’Associazione Culturale Luna a indire il primo evento a tema “La SOStenbilità Virale – Social e Responsabilità, temi etici del contemporaneo”. Evento che non sarà isolato ma che rappresenterà l’inizio di un percorso, anche grazie alla collaborazione con l’Associazione Italiana Content & Digital Creators.

L’evento, infatti, oltre ad analizzare dal punto di vista dei diversi relatori le principali criticità rappresentate da un uso anarchico dei social (tanto meno tollerabile se quell’uso porta profitto) lascerà nero su bianco un impegno scritto, una carta dei valori degli influencer che trae spunto proprio dal codice etico di cui si è dotata l’Associazione. Una vera e propria guida per una presenza digitale virtuosa. Lontano da diktat e divieti, lontani da bavagli o norme capestro, l’obiettivo a cui tendere in questa fase è una responsabilizzazione dei creator unita a una maggior consapevolezza (e percezione di eventuali rischi) da parte degli utenti. Che la libertà sia da sempre un cardine della rete è, e resta, un dogma, ma che libertà non possa significare anarchia in un contesto in cui le persone passano in media sei ore al giorno sui social deve essere la diretta conseguenza di quel dogma. Ma i social sono davvero malati? Non c’è una risposta univoca alla domanda e forse non è neppure questa la domanda giusta. Perché quello che conta non è tanto il mezzo ma l’uso che se ne fa. Ed è per questo che è sempre più urgente la necessità di responsabilizzare chi i social li utilizza e in particolare chi, con i social, ci guadagna. Ogni professione ha le sue regole: che una nuova professione come l’influencer, così impattante sulle nostre vite, possa immaginarsi immune da norme e regolamentazioni è un’utopia non più accettabile.

PROTAGONISTI

 Temi sui quali, a Perugia il 23 settembre, si confronterà un parterre di ospiti di rilievo. Francesco Nicodemo, della Fondazione Italia Digitale che ha lo scopo di contribuire allo sviluppo di politiche legate al mondo digitale necessarie per affrontare la trasformazione in atto nella società. Sonia Montegiove, analista informatica e formatrice, che collabora da anni con scuole, università e ordini professionali, già consulente del Ministero della Difesa. Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Consumatori, esperto di social e particolarmente attento alle tutele degli utenti. Antonio Romano, architetto e designer, considerato uno dei massimi rappresentanti italiani del brand design e fondatore di Inarea, network internazionale e indipendente, che opera nell’ambito dei sistemi di identità per imprese, istituzioni, prodotti e servizi. Padre Philip Larry, filosofo, sacerdote cattolico e docente in logica ed epistemologia presso la Pontificia Università Lateranense, Decano del Dipartimento di Filosofia. Valentina Franzoni, ricercatrice del dipartimento d’informatica dell’Università degli Studi di Perugia e Sara Zanotelli, Presidente dell’Associazione Italiana Content Creator. Non sarà estraneo al dibattito un riferimento a un altro grande tema che si intreccia con la democrazia, con il presente, con i social e con la nostra sicurezza online: quello dell’intelligenza artificiale. Un ambiente digitale sano è una sfida che riguarda tutti, protagonisti della rete, utenti, media e politica. La sostenibilità, in questo caso virale, ha di fronte a sé una nuova stimolante sfida. 

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