Luna: tra le due litiganti Usa e Cina il successo dell'India, un esempio per i Paesi Brics

Il Paese asiatico ha superato tutti con fondi limitati e fantasia ed è tornato a sul nostro satellite

Luna: tra le due litiganti Usa e Cina il successo dell'India, un esempio per i Paesi Brics
di Angelo Paura
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 07:46

Nel 1961 Oriana Fallaci passò un intero anno negli Stati Uniti per seguire il programma spaziale che otto anni dopo portò l’uomo sulla Luna. Nacque “Se il sole muore”, un reportage che svela la natura intima degli astronauti che fino a quel momento erano percepiti come eroi.

Se Fallaci avesse scritto il suo reportage nel 2023 avrebbe quasi certamente dedicato parte del suo viaggio a conoscere non solo il programma spaziale statunitense ma anche quello indiano. Questo perché dopo decenni di bipolarismo quasi perfetto, oggi la corsa alla spazio ha un terzo concorrente oltre a Stati Uniti e Russia: negli ultimi anni l’India ha investito milioni di dollari nel settore e poche settimana fa con la missione Chandrayaan-3 ha raggiunto il primo risultato, battendo Mosca e toccando il Polo sud della Luna per la prima volta nella storia, il 23 agosto alle 14.32 ora italiana. L’India sta usando lo stesso approccio degli Stati Uniti. Nel corso della space race americana, gli astronauti sono stati dipinti come moderni eroi della mitologia greco-romana, così come i nomi delle missioni: Apollo, Mercury, Gemini, fino alla più recente Artemis che promette di riportare un essere umano sulla Luna nel dicembre del 2025. Oggi l’antichità occidentale è stata sostituita con la miriade di divinità del pantheon induista, in linea con il nazionalismo del primo ministro Narendra Modi: i nomi fanno riferimento alla mitologia dei Veda, per esempio il lander che ha raggiunto la Luna si chiama Vikram, per ricordare il fondatore dell’Indian Space Research Organisation (ISRO) Vikram Sarabhai, ma anche il nome di un re mitologico appassionato di viaggi e scoperte. Conquistare lo spazio ha anche un grande valore politico, qui sulla Terra. E infatti, come fecero gli Stati Uniti di JFK e l’Unione sovietica, l’India - che con i suoi 1,4 miliardi di abitanti è la democrazia più popolosa al mondo - vuole usare la leva della corsa spaziale per diventare una superpotenza e competere con Washington, Mosca e Pechino, liberandosi dell’immagine del gigante post coloniale di secondo piano. Ce la può fare? Nel giorno dell’allunaggio Modi si trovava a un incontro dei Paesi Brics in Sudafrica. «Siamo sulla Luna. Il cielo non è più il limite. Questo successo appartiene a tutta l’umanità (...). Sono fiducioso che tutti i Paesi del mondo, compresi quelli del Sud del mondo, saranno in grado di raggiungere il successo. Tutti possiamo aspirare alla Luna e oltre», ha detto Modi. Nel frattempo nel Sud dell’India, nel Centro spaziale Sriharikota, centinaia di ingegneri dell’Isro sono stipati in una stanza affollata, molti vestiti in abiti tradizionali, le donne indossano il sari, tutti saltano e applaudono mentre l’evento viene seguito in diretta in tutto il paese. È importante ricordare che a parte gli Stati Uniti, gli altri tre Paesi che hanno toccato il suolo lunare - Cina, Russia e India - fanno parte dei Brics e che l’India vuole diventare la guida del Sud del mondo. Il record indiano arriva a 50 anni dall’ultimo allunaggio della missione Apollo e a poche settimane dal fallimento della Russia che non raggiunge il satellite da 47 anni. Si tratta inoltre del risultato di un enorme investimento che ha portato il Paese prima a navigare attorno all’orbita della Luna e a quella Marte, e ora, con la nuova missione, verso il Sole per osservare l’espulsione di massa coronale, un fenomeno imprevedibile che può distruggere i satelliti. Il nome? Aditya, il dio indiano del sole. Non solo. Quello dei lanci spaziali è anche un settore in continua crescita dove l’India vorrebbe collocarsi come fornitore low-cost: solo nel 2023 il budget della Nasa è stato di 25,4 miliardi di dollari contro 1,6 miliardi di dollari di Isro. Nel 2023 il mercato dei lanci dovrebbe arrivare a 9 miliardi di dollari per poi toccare i 20 miliardi entro il 2030. Anche perché in corsa ci sono anche SpaceX di Elon Musk e Blue Origin di Jeff Bezos.

E l’India sta riuscendo a mantenere i costi molto bassi e competitivi come quelli delle aziende private. Grazie all’uso di tecnologie già esistenti e una manodopera a basso costo, l’allunaggio è costato solo 75 milioni di dollari, meno del budget speso nel 2014 per la produzione del film “Interstellar” di Christopher Nolan, costato 165 milioni.

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