Caso marò, Latorre chiede maxi-risarcimento allo Stato per danni alla carriera. Girone: valutiamo cosa fare

L'appello al ministro Crosetto: segua la nostra vicenda

Caso marò, Latorre chiede maxi-risarcimento allo Stato per danni alla carriera. Girone: valutiamo cosa fare
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Giovedì 3 Novembre 2022, 15:08 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 12:50

Il marò Massimiliano Latorre fa causa allo Stato chiedendo un maxi-risarcimento milionario per averlo fatto tornare in India dove rischiava la pena di morte. A rivelarlo è il Fatto Quotidiano, spiegando che il luogotenente - rimasto in carcere nel Kerala per 106 giorni insieme con il collega Salvatore Girone - chiede un risarcimento per non aver potuto fare carriera, mettere su famiglia e per diversi altri motivi.

«Riparare al sacrificio patito»

A difendere il militare, tuttora in Marina, sono gli avvocati Fabio Anselmo, già legale della famiglia Cucchi, e Silvia Galeone.

Per il momento, è in corso all'Ordine degli avvocati di Roma la mediazione che precede obbligatoriamente le cause civili. Ma presto potrebbe arrivare anche un'altra causa, da parte dell'altro marò Girone.

«Abbiamo scritto una lettera alla Marina chiedendo di riparare al sacrificio patito da Girone, con toni amichevoli - spiega il suo avvocato, Enrico Loasses -, ma è arrivata una risposta negativa di una sola riga. Ora stiamo valutando».

L'azione legale per la richiesta di risarcimento danni allo Stato da parte del fuciliere di Marina Massimiliano Latorre è stata promossa nei confronti «del precedente governo. Credo sia una cosa che non sconvolge e che anche l'altro militare, Salvatore Girone, ne abbia una in cantiere uguale. È chiaro che quello che hanno sofferto i due militari merita considerazione da parte dello Stato. La gestione della vicenda da parte del governo italiano non è stata soddisfacente e in linea con il rispetto delle loro situazioni personali, umane e familiari».

All'Ansa l'avvocato Fabio Anselmo, legale del fuciliere Massimiliano Latorre, aggiunge dettagli sulla richiesta di risarcimento danni allo Stato per la gestione della vicenda che lo ha visto coinvolto dal 2012, quando con il commilitone Girone fu accusato di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati, fino al 2021 quando il gip di Roma ha archiviato le accuse nei loro confronti. «Penso - sottolinea il legale - si confidi anche sul fatto che l'attuale governo, i cui esponenti politici sono sempre sembrati particolarmente sensibili nei confronti dei due militari, si faccia carico di ciò che deve essere loro riconosciuto».

La richiesta di risarcimento, ha spiegato il legale, è nella fase che precede la causa vera e propria, ovvero una mediazione in cui si tenta di comporre in maniera amichevole la lite giudiziaria. Nella richiesta «vengono rappresentate - evidenzia l'avvocato Anselmo - le sofferenze patite per tutta la gestione che viene criticata ivi compreso il ritorno in India con la pena di morte». Quanto all'ammontare della richiesta di risarcimento, il legale non entra nel dettaglio ma spiega che «è chiaro che hanno passato circa dieci anni un calvario molto pesante, personale, giudiziario e non solo».

Girone: valutiamo cosa fare

«Insieme al pool di avvocati che mi segue, composto da internazionalisti, civilisti e penalisti, stiamo studiando la situazione. Abbiamo inviato una lettera conciliativa ai dicasteri più importanti, a Palazzo Chigi, agli Esteri e alla Marina. Chiedevamo un dialogo, ma non abbiamo avuto la risposta dialogante che cercavamo». Così commenta il marò Salvatore Girone la notizia dell'avvio della causa contro lo Stato del suo commilitone Massimiliano Latorre, per la lunga contesa internazionale con Nuova Delhi legata all'incidente avvenuto nel 2012 nelle acque del Kerala.

«La nostra situazione è paradossale: l'Italia - spiega Girone - ha cercato a lungo un dialogo con l'India. Invano. Stavolta abbiamo chiesto noi un dialogo al nostro Stato e siamo stati messi in difficoltà. Senza dare colpe a nessuno, ho solo chiesto di discutere un riconoscimento alla mia famiglia e a me per compensare il sacrificio a cui siamo stati sottoposti per quello che è accaduto ingiustamente». «Sono deluso - aggiunge - e ho un malcontento dentro perché ho faticato tantissimo a vedere la mia famiglia soffrire per lunghi anni. Sono scontento da uomo dello Stato perché ci tengo alla Marina militare: cose come quelle accadute a me non devono accadere. Abbiamo avuto una risposta totale di chiusura che ci lascia spiazzati. Ho difeso con l'immagine e la dignità la nostra nazione». Poi un appello al ministro della Difesa Guido Crosetto, che domani sarà a Bari per il 4 novembre. «Da barese mi vien da dire 'benvenuto ministrò. Gli chiedo di prestare molta attenzione a noi militari, ci mettiamo l'anima. E poi gli gli chiedo di trovare tempo per dedicarsi alla nostra vicenda», conclude Girone.

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