Niente dazi doganali: la zona franca è realtà per le imprese al porto

Niente dazi doganali: la zona franca è realtà per le imprese al porto
di Alessio PIGNATELLI
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Venerdì 15 Aprile 2016, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 20:54

La Zona Franca Doganale per il porto di Taranto diventa realtà. Ieri, durante la seduta del comitato portuale, sono stati definiti il regolamento ufficiale e la gestione diretta sotto l’egida dell’Autorità portuale.
La Zona Franca Doganale è stata istituita già tempo fa ma i passaggi burocratici di ieri ufficializzano le opportunità per le attività che volessero insediarsi.  La Zona Franca è un aiuto in più per attrarre investimenti e le nuove attività produttive beneficeranno della sospensione del dazio doganale. All’interno della Zona Franca potranno essere realizzate attività quali stoccaggio, manipolazioni usuali, trasformazione sotto controllo doganale, commercializzazione di merci terze. La determina del 16 maggio del 2014 ha attribuito la gestione all’Autorità portuale di Taranto.  L’obiettivo è di favorire l’insediamento e la localizzazione di nuove imprese che creino occupazione e favoriscano lo sviluppo economico.
La stessa Authority in una nota spiega che ieri è stato emanato «il “Regolamento per il funzionamento della Zona Franca Doganale” del porto di Taranto che disciplina le modalità di funzionamento della stessa, le attività consentite agli utilizzatori, i relativi obblighi e l'utilizzo delle aree, oltre a prevedere le ipotesi di insediamento produttivo e le attività di competenza dell'Autorità Portuale». 

Al di là del porto franco di Trieste, si tratta della prima e unica zona franca doganale esistente in Italia e rappresenta un unicum nell’ordinamento giuridico italiano e comunitario. Anche per questo, si sono vagliati i possibili profili di gestione. 
«A conclusione del predetto iter - si legge nella nota - si è pertanto giunti all’emanazione dell’ordinanza che ha emanato il “Regolamento” in cui viene sancita la modalità di gestione diretta da parte dell’Autorità Portuale. A partire dalla data odierna, pertanto, tutte le imprese interessate a operare nella stessa possono procedere con la fase di accreditamento nell’apposita lista dei soggetti accreditati». 
Il Comitato ha, inoltre, discusso altri punti all’ordine del giorno. Innanzitutto la questione Italcave e il ricorso al Tar per l’annullamento del bando di Gara pubblicato il 22 febbraio dall’Autorità portuale sulla concessione del Molo Polisettoriale conformemente alla funzione d’uso indicata nel piano regolatore. 
L’Authority specifica che il ricorso, eventualmente valutato nel merito alla luce della memoria difensiva, non contempla la richiesta di sospensiva: non impedisce dunque lo svolgimento della procedura a evidenza pubblica. 

Per quanto concerne l’accordo sottoscritto dall’Autorità Portuale con la Cementir, la «società ha rinunciato a richiedere il rinnovo della concessione della banchina denominata Calata IV e delle aree a ciglio banchina, impegnandosi a ristrutturare la banchina stessa con oneri a proprio carico e ad arretrare di circa 20 metri la struttura in carpenteria». 
Ne consegue che la calata sarà lasciata libera e disponibile per tutti gli operatori interessati. L'istanza presentata prevede «il mantenimento dell’attuale concessione di una parte residuale del IV sporgente in concessione all’Ilva e un'area a ridosso della strada di collegamento». 

Infine, il commissario Sergio Prete - su proposta delle organizzazioni sindacali - si è impegnato a richiedere in tempi brevissimi l’attivazione di un tavolo urgente presso i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico. L’obiettivo è individuare tempestivamente i possibili percorsi da intraprendere a salvaguardia dell’occupazione, in considerazione della scadenza della cassa integrazione per i 530 lavoratori Tct.
Il termine è giorno 11 settembre ma l’auspicio è che, entro quella data, possano esserci novità dal bando di affidamento in concessione del Molo Polisettoriale.

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