Dazi amari, anche per la Puglia: «Export a rischio»

Dazi amari, anche per la Puglia: «Export a rischio»
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Mercoledì 2 Ottobre 2019, 08:58 - Ultimo aggiornamento: 19:36
Gli scambi commerciali a livello globale cresceranno quest'anno dell'1,2%, la crescita più bassa dalla crisi finanziaria, in seguito alla guerra dei dazi e al raffreddamento dell'economia mondiale. Lo prevede il Wto - l'organizzazione mondiale del commercio - secondo cui nel 2020 la crescita degli scambi potrebbe tornare a crescere del 2,7% ma dipenderà da un «ritorno a più normali relazioni commerciali».

Il rallentamento commerciale potrebbe avere effetti sugli investimenti e sulla creazione di posti di lavoro, mentre la guerra dei dazi potrebbe portare gli Usa a imporre presto tariffe sui prodotti europei colpendo in particolare il settore dell'agroalimentare, soprattutto quello italiano, che rischia di pagare un conto salato in termini di export. Anche la Puglia è coinvolta. L'amministrazione Trump ha già pronta la lista dei potenziali prodotti da colpire e sotto la scure dei dazi potrebbero presto finire anche marchi doc come, ad esempio, Parmigiano Reggiano, Grana Padano, e l'olio vergine d'oliva.
Le nuove tariffe potrebbero arrivare già in ottobre e il rischio è quello di innescare una vera e propria guerra commerciale tra le due sponde dell'Atlantico, dopo quella tra Usa e Cina, in un momento di grande preoccupazione per il rallentamento dell'economia globale.

Ieri mattina a Radio Anch'io il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova non ha fatto mistero sulle conseguenze che le decisioni Usa potrebbero avere sull'agroalimentare italiano: «Il rischio è più che realistico - ha detto -. Ma il sistema agroalimentare italiano non può pagare il prezzo di una querelle su cui non ha responsabilità. Un prezzo che per il settore è devastante». Al segretario di Stato americano Mike Pompeo «dobbiamo chiarire che la guerra dei dazi porta danni a tutti - ha proseguito il ministro -. E va esercitata tutta la nostra capacità di persuasione per evitare che un intervento sui dazi indebolisca a morte il sistema produttivo. L'Europa deve iniziare a immaginare strumenti di compensazione a tutela del reddito dei produttori agricoli e dell'agroalimentare italiani». Bellanova ha tirato in ballo il segretario di Stato americano Mike Pompeo arrivato ieri a Roma per una visita di quattro giorni in Italia per tastare il polso al nuovo governo italiano. Il premier Conte è pronto a far pressing per scongiurare che la possibile imminente ondata di dazi Usa all'Europa colpisca pesantemente il Made in Italy.

Il timore è diffuso, tant'è che ieri all'arrivo di Pompeo c'è stato il blitz della Coldiretti nei pressi del Quirinale con Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutti di Parma e San Daniele, Olio Extravergine di Oliva, pasta, conserve di pomodoro, Prosecco, Chianti ed altri vini, oltre ad una selezione di specialità abruzzesi. Gli agricoltori della confederazione hanno voluto manifestare in questo modo, con cartelli e bandiere, tutta la loro preoccupazione per i rischi dei dazi che potrebbero colpire i prodotti più tipici, le cui esportazioni valgono 4,2 miliardi in Usa e sono il principale mercato di sbocco fuori dall'Ue.

«Don't kill the italian food», «Mr Pompeo we are friends» alcune delle scritte sui cartelli esposti dalla Coldiretti davanti ad un nugolo di forze di polizia a presidio del passaggio del lungo corteo. «Noi stiamo aspettando cosa si decide in merito ai dazi, una partita che può essere molto pericolosa per gli agricoltori italiani. E comunque quando si fa una guerra commerciale di quel tipo, badate, non ci sono mai né vinti né vincitori, perdiamo tutti quanti. E noi questo lo dobbiamo evitare», è stato invece il commento del presidente della Copagri nazionale Franco Verrascina a margine della presentazione ad Ancona dell'edizione 2019 di Agricoltura in festa.

Per la Puglia gli Stati Uniti sono un ottimo partner commerciale per le esportazioni: al secondo posto nel primo semestre del 2019, dopo essere stati al terzo nel 2015, al primo nel 2016 con oltre 805 milioni di merci vendute, al secondo nel 2017, al quarto nel 2018 quando, in termini assoluti, la Puglia ha venduto merci verso questo Paese per più di 715 milioni di euro con un calo del 19,2% rispetto al 2017, un calo che secondo gli esperti coincise con una prima idea di possibili dazi. Tuttavia nei primi sei mesi del 2019 le vendite di merci pugliesi verso gli Usa hanno riagganciato il trend di crescita aumentando di 25 punti percentuali, mentre la crescita a livello nazionale è stata del 6,1%.

Sotto il profilo delle merci, le relazioni commerciali tra Puglia e Stati Uniti sono caratterizzate per più di metà del valore dell'export pugliese verso questo Paese (ben 394,5 milioni di euro), dalle vendite di altri mezzi di trasporto categoria che include gli aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi, seguono i macchinari e apparecchiature (più di 91,3 milioni di euro), i prodotti alimentari (per quasi 57 milioni di euro), i mobili (per 47,6 milioni), prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (per 41,6 milioni di euro).
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