Impianti sportivi: un centro nautico e una piscina. Ecco i due progetti per i Giochi del Mediterraneo

Impianti sportivi: un centro nautico e una piscina. Ecco i due progetti per i Giochi del Mediterraneo
di Domenico PALMIOTTI
5 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Novembre 2023, 07:30

Inizialmente erano quattro ma ora sono scesi a due, e riguardano Taranto, i progetti degli impianti sportivi per i Giochi del Mediterraneo sui quali stava lavorando Asset, l’Agenzia della Regione Puglia di cui sino all’altro ieri è stato direttore Elio Sannicandro, interdetto dagli uffici pubblici su disposizione della Magistratura di Bari a seguito di un’indagine con misure cautelari. Sannicandro era anche il direttore generale del comitato organizzatore dei Giochi. Ruolo nel quale - si veda altro servizio nella pagina precedente - è stato sostituito ad interim dal direttore generale del Comune, Carmine Pisano. E comunque, gli interventi per Taranto verranno portati avanti dai tecnici dell’Agenzia. Che sinora hanno affiancato quelli comunali negli incontri che il sindaco Rinaldo Melucci ha avuto in Camera di Commercio con la struttura del commissario Massimo Ferrarese. 

I progetti


I quattro progetti iniziali erano le due palestre, nei rioni Paolo VI e Salinella (Ricciardi), il centro per gli sport nautici (vela, canoa e canottaggio) nell’ex stazione torpediniere della Marina Militare e la piscina olimpionica a Torre d’Ayala. Dei quattro progetti, come detto, ne restano due: il centro per gli sport nautici e la piscina. La palestra a Paolo VI per il momento non si fa più e l’importo che sarebbe servito, è stato trasferito sulla Ricciardi che, a seguito dell’ampliamento, diviene un impianto polivalente e rende superato il progetto iniziale di Asset da 3 milioni.
La scelta di dirottare le risorse dalla palestra a Paolo VI a quella della Salinella è stata presa dal commissario Ferrarese e inserita nel nuovo master plan delle opere dopo il confronto col sindaco Melucci.

Una riprogrammazione nata dall’esigenza di stare nel tetto finanziario, i 150 milioni deliberati nei primi mesi del 2022, visto che diverse opere hanno registrato un significativo incremento dei costi preventivati. Ma quando Ferrarese ha rimesso mano al master plan, non c’erano ancora gli ulteriori 125 milioni annunciati dal Governo per i Giochi e postati nel disegno di legge di Bilancio per il 2024, per cui si è dovuto lavorare di forbici, ricalibrare gli importi e riconfigurare i progetti. 

L'investimento


Adesso, col masterplan che attende d’essere presentato sia al comitato organizzatore locale che a quello internazionale (a quest’ultimo entro il 20 novembre), il centro polivalente Amatori Ricciardi è un’opera da 12 milioni, la piscina quota 22 milioni (solo il primo stralcio, la vasca coperta) e il centro nautico 14 milioni. Insieme alla ristrutturazione dello stadio Iacovone per 28 milioni, si tratta dei principali impianti di Taranto e della ventesima edizione dei Giochi. Ma, compiute le scelte, il resto, tanto, è ancora tutto da fare. 
Sino ad alcune settimane fa i progetti pronti a livello di Pfte (Piano di fattibilità tecnico-economica) riguardavano le due palestre. Non così invece - in quanto mancava la definizione finale - per il centro nautico e la piscina. Ora la progettazione della “nuova” Ricciardi va appaltata, mentre centro nautico e piscina hanno entrambi il Pfte, ma mancano i pareri delle varie amministrazioni. Che servono per lanciare le gare di appalto relative alla costruzione. Inoltre, centro nautico e piscina scontano altre difficoltà a monte, frutto dei ritardi sin qui accumulati. 

Centro nautico


Nello specifico, sul centro nautico è in corso, con gli elaborati trasmessi dall’Autorità portuale all’Agenzia delle Entrate, l’accatastamento dei 13 immobili che sono sull’area. Questa, però, non è ancora nel possesso del soggetto attuatore dell’intervento. L’area, infatti, è attualmente in carico al Demanio Pubblico della Difesa-Ramo Militare, il quale, con procedura avviata ma non conclusa, deve trasferirla al Demanio Pubblico-Ramo Marina Mercantile. Solo allora l’Autorità portuale potrà affidarla a chi dovrà costruire il centro nautico. 

La piscina


Più complicata la situazione della piscina, dove - come segnalato dal commissario nella relazione del 27 ottobre - i previsti 21 mesi per la realizzazione dell’opera “appaiono alquanto critici” e pertanto “qualsiasi valutazione in merito ai rischi, potrà essere effettuata a valle della conclusione della conferenza dei servizi decisoria che è prevista entro la fine del mese di ottobre”. Conferenza che non si è ancora tenuta. A ciò si aggiunga che per piscine simili in altre città, i tempi di costruzione sono stati fissati non in 21 mesi, come per quella di Torre D’Ayala, ma in un arco che va dai 24 ai 30 mesi. 
E così il combinato tra tempi strettissimi, complessità dell’opera e iter tecnico da completare, rende sempre più a rischio la piscina, che peraltro sin da subito è apparsa come la struttura più impegnativa. 
Appare invece superato il finanziamento del secondo stralcio della piscina, la vasca scoperta. I 13 milioni necessari dovrebbero essere presi dai 125 della nuova dotazione o, tutt’al più, dalle economie di gara. Usare i nuovi fondi per completare la piscina (ma anche disponibilità a mettere risorse regionali dal Fsc), è anche la soluzione indicata a Ferrarese dal governatore Michele Emiliano, che ha chiesto, rispetto al budget dei 150 milioni, altri 50 in più, divisi tra completamento della piscina (13 milioni), 10 per il centro nautico tra viabilità di accesso e parcheggio pluripiano, 11 per la palestra a Paolo VI da recuperare e 16 per attrezzature e tecnologie sportive, cioè tabelloni elettronici, sistemi di cronometraggio di ultima generazione, attrezzature speciali e sistemi informatici. 

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