Fatture non pagate dall'ex Ilva: nuova protesta degli autotrasportatori a Taranto

La protesta di ieri mattina
La protesta di ieri mattina
di Domenico PALMIOTTI
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Giovedì 4 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:09

Gli autotrasportatori di Casartigiani alzano il tiro della protesta verso Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva di Taranto, per le fatture scadute e non pagate. Dopo il presidio di martedì sul piazzale della portineria C della fabbrica, quella da cui transitano i mezzi pesanti, ieri sono stati al varco merci del siderurgico. Fermati i camion che fanno la spola tra i pontili portuali e lo stabilimento trasportando le materie prime scaricate dalle navi e necessarie alla produzione. In seguito, gli stessi conducenti dei mezzi hanno sospeso autonomamente le attività.

Lo stop ai camion ha fatto slittare le operazioni di prelievo dei minerali e ad un certo punto la nave che era in banchina, avrebbe chiuso la stiva. 
Intanto Casartigiani “specifica che non è stato bloccato nessun mezzo e quindi il rallentamento è stata una decisione assunta autonomamente e come gesto di solidarietà”.

Le dichiarazioni


«Abbiamo invitato altri colleghi a condividere le ragioni della nostra protesta - spiega a Quotidiano Giacinto Fallone di Casartigiani -. Anche loro, come noi, sono in seria difficoltà e attendono da Acciaierie i pagamenti dei lavori effettuati. Se sinora non si sono fermati e perché temono di perdere il lavoro e di essere messi fuori dall’ex Ilva. Ma la situazione per noi del trasporto è diventata talmente insostenibile che non possiamo più restare così. Da mesi ci sono fatture di vario importo che attendono di essere pagate da Acciaierie». 
Intanto Casartigiani annuncia che sospenderà la protesta solo il 6 e 7 gennaio, rispettivamente festa dell’Epifania e domenica, per riprenderla poi dalle 7 dell’8 gennaio, giorno in cui è anche programmato il confronto - che viene definito chiarificatore - tra i Mittal, azionisti di maggioranza di Acciaierie col 62 per cento, e il Governo, che è presente nella società attraverso Invitalia, partner di minoranza che detiene il 38.

Non escluso tuttavia l’inasprimento della mobilitazione. In un’assemblea delle prossime ore, sarà infatti valutato «un fermo delle attività, nella speranza che la situazione possa ottenere maggiore visibilità e sensibilità presso le istituzioni».

La lettera

In un documento inviato ai ministri Adolfo Urso (Imprese), Raffaele Fitto (Affari europei, Coesione, Sud e Pnrr) e Matteo Salvini (Trasporti e infrastrutture), Casartigiani, col coordinatore regionale Stefano Castronuovo, scrive che “il settore si ritrova al collasso. Già pesantemente colpito dall’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva nel 2015, la categoria dell’autotrasporto-trasporto merci dipendente di Acciaierie d’Italia spa denuncia da mesi il mancato pagamento del fatturato che, allo stato attuale, ammonta a circa 20 milioni di euro. Fatturato comprensivo non solo delle spese sostenute relative al trasporto di materie prime ma, altresì, delle spese di rifornimento carburante, necessario ai fini dello svolgimento dell’attività. Il mancato pagamento delle fatture di trasporto si protrae ben oltre i termini di pagamento ex lege”. Casartigiani richiama infatti la legge n. 133 del 6 agosto 2008 ed evidenzia che “il termine di pagamento del corrispettivo relativo ai contratti di trasporto di merci su strada non può, comunque, essere superiore a sessanta giorni, decorrenti dalla data di emissione della fattura da parte del creditore”.

A Urso, Fitto e Salvini Casartigiani chiede quindi “un intervento volto a favorire il rispetto della legge, sollecitando Acciaierie D’Italia nel pagamento del debito e dei relativi interessi moratori e sanzioni amministrative così come previsto dal dato normativo, al fine di favorire la risoluzione definitiva di tale situazione di disagio”. Secondo Casartigiani, “l'eccessiva dilazione dei termini di pagamento del fatturato valica di ben oltre sei mesi i termini di pagamento legalmente stabiliti”. Gli autotrasportatori e i sub vettori “subiscono tale situazione di disagio a far data dal dicembre 2022/gennaio 2023” e questa - afferma Casartigiani - “è diventata ormai insostenibile non soltanto per gli imprenditori della categoria da noi rappresentata, ma anche per le famiglie coinvolte”. E sulla liquidazione delle fatture arretrate, Casartigiani sottolinea: “tale pretesa non è dettata tanto dal credito in senso stretto quanto dalla dignità della prestazione” e quindi “nell’esigibilità del pagamento nei termini stabiliti alla legge”.

L'associazione delle imprese

«Non ci sono novità per i pagamenti. Dopo gli ultimi bonifici giunti prima di Natale, bonifici che hanno compensato molto parzialmente il nostro scaduto fatture, non è più arrivato niente da Acciaierie - dichiara Fabio Greco, presidente dell’associazione Aigi che l’altro ieri è stato con i rappresentanti di Casartigiani e Confapi sul piazzale della portineria C -. Come le altre categorie che sono in credito da Acciaierie, aspettiamo anche noi il confronto dell’8 gennaio auspicando che sia davvero essenziale per lo sblocco dei pagamenti arretrati e la ripresa degli ordini di lavoro». 

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