Giochi del Mediterraneo. Sannicandro: «Taranto verso il fallimento, ma non per colpa nostra»

Una iniziativa dei Giochi del Mediterraneo
Una iniziativa dei Giochi del Mediterraneo
di Domenico PALMIOTTI
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Lunedì 16 Ottobre 2023, 05:00

 «A Taranto andate verso il fallimento. Si sta andando incontro al fallimento. Ma non è il comitato organizzatore il problema. Il comitato sta lavorando da quattro anni, ha preparato il dossier ed è già completo. Invece da quando sono arrivati l’attuale Governo e il ministro Fitto, è passato più di un anno e i soldi stanno lì, fermi. Del commissario si è parlato a inizio d’anno, poi è stato nominato a maggio, sono passati cinque mesi e non si è vista alcuna accelerazione». 
Come Davide Tizzano, presidente del comitato internazionale (si veda Quotidiano di ieri), anche Elio Sannicandro, direttore generale del comitato organizzatore, in un colloquio con Quotidiano vede grossi rischi per i Giochi del Mediterraneo a Taranto a giugno 2026. Ma se Tizzano paventa una «inadempienza contrattuale», in quanto «gli impegni che sono stati promessi e sottoscritti con un contratto non vengono rispettati», e prospetta addirittura un cambio di luogo rispetto a Taranto con due ipotesi alternative già al vaglio, Sannicandro fornisce un’altra lettura e contesta la gestione del commissario Massimo Ferrarese. «Verificate chi ha operato con coerenza, dicendo sempre le stesse cose, e chi, invece, ha infilato una contraddizione dietro l’altra in cinque mesi», attacca Sannicandro. 

La protesta


«All’inizio - prosegue il dg - il commissario aveva detto: il comitato non c’entra niente, decido io tutto. L’ultimo mese, però, si scopre che il comitato è importante e ora bisogna farlo fuori. In particolare Sannicandro. Ma se mi tiro fuori dal comitato, i Giochi non si fanno. Voi non riportate le cose come stanno. Io non voglio manco essere citato. Non mi considerate più. Anzi, se continua così, sarò io a dare le dimissioni». 
Mentre su location alternative a Taranto per i Giochi cui ha fatto riferimento Tizzano, Sannicandro dichiara: «Può essere. Tizzano, però, rappresenta il comitato internazionale. Non può e non dovrebbe interferire con la decisioni del comitato locale se non in maniera formale e ufficiale. Quando il comitato locale gli propone la cosa, il comitato internazionale di cui lui è presidente - e questo comitato è una cosa un po’ più complessa -, poi decide. Lui non può intervenire. Una cosa, però, è certa: il comitato locale, la città di Taranto, la Regione Puglia e il Coni hanno firmato un contratto che loro rivendicano. Ma il contratto è pure al contrario. Il comitato internazionale non è che può prendere decisioni senza ragionare con il comitato locale. E anche il Coni. Perché se il Coni esce veramente, formalmente, decade la candidatura». 

Giochi a rischio


Sui Giochi a forte rischio, Sannicandro concorda. «I tempi sono strettissimi - afferma -. Non ce le facciamo più se non ci sono le idee chiare entro un mese. Tra breve non si può fare più niente. Non si possono fare i miracoli. Io, peraltro, ho dato l’allarme più di un anno fa. Ma voglio capire perché la colpa è mia o del comitato organizzatore. Quale è la colpa del comitato organizzatore? Quale è la criticità? Quella che abbiamo, l’unica, è sulla parte impiantistica. Perché le risorse non sono arrivate. Sono state impegnate ai primi del 2022 dal Parlamento italiano e non sono arrivate. Questo è il fatto». Poi Sannicandro mette in linea le vicende di questi mesi e delinea il suo punto di vista. 

I ritardi sui progetti


«Stiamo a litigare - rileva -. I progetti pronti, tipo lo stadio, sono stati eliminati. Ora vogliono ridurre pure la piscina. Ma come si fa a ridurla? Prima si vuol fare la coperta e poi la scoperta e lo decide chi non ha nessuna competenza. I Giochi del Mediterraneo non si possono fare senza le due piscine. Ma qualcuno lo ha chiesto? No. Chiedete allora alla federazione nuoto se si può fare un campionato internazionale olimpico con una piscina. Non si può fare. Ribadisco: il commissario deve parlare con noi. Con chi ha competenza. E dubito molto anche sul progetto dello stadio. Si sostiene che si vuole partire nei prossimi mesi iniziando con le demolizioni. Vedremo. Secondo me, il progetto della ristrutturazione dello stadio prima di un anno non è pronto».
«Ci accusano sui progetti - continua Sannicandro - ma il comitato fa i progetti? Lo mettessero per iscritto questo. Il comitato, andate a vedere tutti i regolamenti del mondo, organizza gli eventi, dice quali caratteristiche devono avere gli impianti, ma non fa i progetti degli impianti. Non esiste. Li fanno i Comuni. Ricordo che quattro-cinque mesi fa il commissario mandava le lettere ai Comuni e a quello di Taranto ha spedito le diffide - e una cosa del genere non esiste - per dire: datemi i progetti esecutivi, non ci sono gli esecutivi. E adesso nelle ultime settimane cosa chiede il commissario? I Dip, i Documenti di indirizzo alla progettazione. Che non sono nemmeno un progetto preliminare. E questa non è una contraddizione? In cinque mesi è cambiato il mondo. Prima i progetti esecutivi, ora vogliono i Dip. Un pezzo di carta». 
Secondo Sannicandro, non c’entra nulla l’entrata in vigore a luglio del nuovo Codice degli appalti. «Pure prima era la stessa cosa - sostiene -, unica differenza è che adesso sono due livelli mentre prima erano tre.

Il commissario chiedeva gli esecutivi, i progetti cantierabili, che pure il Comune di Taranto gli ha mandato. Lui, però, gli ha bocciati, salvo poi scoprire che non aveva nemmeno la struttura tecnica, mentre all’inizio aveva assicurato di avercela. E quando si è riunito con la struttura tecnica di Comune di Taranto e Asset, ha detto che i progetti non li aveva ancora visti». 

Il caso stadio Iacovone


Sannicandro torna sul caso Iacovone: «Il commissario decide lui se il Comune di Taranto deve fare lo stadio in un modo o nell’altro. Ma è logico? La Costituzione assegna ai Comuni la titolarità della pianificazione nel loro territorio. Nessuno, tantomeno il Governo o la Regione, può dire al Comune dove e come deve fare lo stadio. Io non sono mai intervenuto su queste cose. Che sono basilari. I Comuni hanno potestà pianificatoria. Invece il commissario dice: no, non mi piace questo progetto. Lo dovete fare diverso. Ed è passato un anno. Ora si dice: ma non ci sono i tempi. E si fa passare un anno? E adesso ci sono i tempi per un progetto ex novo?»
In quanto alla lettera del 13 ottobre di Iakovos Filippousis, segretario generale del comitato internazionale, che ha lamentato scarsa informazione sulla gestione organizzativa dei Giochi, il dg afferma che «è chiarissima. Riprende esattamente quanto sto dicendo da mesi. Non è il Governo, alias il commissario, che può decidere gli impianti senza confrontarsi col comitato organizzatore. Il quale, a sua volta, deve confrontarsi con il comitato internazionale. Questo dice Filippousis. Inutile girarci attorno». «Ferrarese - conclude Sannicandro - non può decidere gli impianti sulla base di altre logiche e al di fuori del percorso previsto. Spostati impianti, location? Ma non esiste. Il nostro dossier, il nostro masterplan, è quello della candidatura. Non è mai cambiato nulla, salvo le cose modificate dal comitato internazionale. Se quest’ultimo toglie la pallacanestro, cinque mesi fa, è chiaro che dobbiamo adattare e modificare. Se viene inserito il triathlon o qualche altra disciplina, dobbiamo individuare degli impianti. Ma stiamo parlando di modifiche minimali in quanto il nostro dossier di candidatura, compreso il villaggio, è quello. A parte quello che scrive Filippousis, è cosa ovvia e nota - ed è stato così da sempre - che quando c’è un evento internazionale nello sport, ci sono un organismo internazionale sportivo e il comitato organizzatore locale». 

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