Sangue sull’Epifania, sgozzato sul divanetto di casa

Sangue sull’Epifania, sgozzato sul divanetto di casa
di Mario DILIBERTO
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Domenica 7 Gennaio 2018, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:44

Lo hanno sgozzato mentre era sul divanetto della sua casa, nelle campagne di Pino di Lenne, tra Massafra e Palagiano. Un colpo secco alla gola. Profondo, preciso e fatale. Quasi certamente almeno ventiquattro ore prima di essere rinvenuto cadavere, a metà mattinata del giorno dell’Epifania.
Sono scattate a tamburo battente le indagini sulla morte di Cosimo Dragone, bracciante agricolo originario di Massafra.
Ieri mattina il suo corpo privo di vita è stato rinvenuto in quell’abitazione dall’anziano padre.
L’uomo non aveva notizie del figlio che viveva da solo nella piccola casa di campagna, in contrada Marzotta, poco distante della statale 106. Così ha deciso di fare un salto per rendersi conto delle condizioni dell’uomo e ha fatto la drammatica scoperta.
Non appena ha messo piede nella casetta, infatti, ha visto il corpo del figlio riverso sul divano del saloncino. Con quel profondo squarcio alla gola.
Il pover’uomo ha subito lanciato l’allarme e sul posto sono piombati gli uomini del 118 e le gazzelle dei carabinieri della stazione di Palagiano e del nucleo operativo del comando provinciale di Taranto. L’équipe di primo soccorso non ha potuto fare altro che constatare la morte di Dragone. Mentre i militari hanno avviato gli accertamenti per ricostruire il delitto e individuare il responsabile.
Sul posto, nel giro di un’ora, sono sopraggiunti anche gli esperti delle investigazioni scientifiche, il pubblico ministero Remo Epifani e il medico legale Marcello Chironi. Il primo esame condotto dal professionista ha consentito di spostare almeno di 24 ore indietro l’ora del delitto rispetto al ritrovamento del cadavere. Ma non si esclude che si debba andare anche oltre. Per avere certezze su questo aspetto, così come sugli altri dettagli dell’aggressione, però sarà indispensabile attendere il verdetto dell’autopsia già disposta dal magistrato inquirente.
 
L’esame della casa, invece, lascia presumere che la vittima sia stata colta completamente di sorpresa dall’assassino o che addirittura dormisse al momento del delitto.
Questo perché nella piccole stanze della casa, al di là del disordine, non sono stati ravvisati particolari segni di colluttazione.
Solo quel corpo riverso in maniera innaturale con la ferita alla gola dal quale il sangue è sgorgato in maniera abbondante inzuppando la coperta sulla quale l’uomo era appoggiato, sino a creare una piccola pozza ai piedi del divano sul quale era sdraiato.
I carabinieri, diretti dal colonnello Giovanni Tamborrino, hanno subito cominciato a scavare nella vita di Dragone, un bracciante agricolo separato da tempo che in quella casa viveva da solo.
Il 45enne aveva un piccolo precedente penale alle spalle.  In casa ieri è stata trovata anche una modica quantità di stupefacenti il che lascia presumere che la vittima ne facesse uso.
Flash di una vita comunque complicata che aveva come punto di riferimento quella casetta di campagna.

Soprattutto negli ultimi tempi in cui Dragone faceva fatica a trovare lavoro. In quella casa l’uomo riceveva i pochi conoscenti che frequentava. E forse proprio tra loro si nasconde il responsabile di quel terribile fendente alla gola.

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