Riva non sta bene? C'è il ricorso

Nella foto Fabio Riva
Nella foto Fabio Riva
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Sabato 21 Novembre 2015, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 13:27
TARANTO - Fabio Arturo Riva non sta bene? Sembrerebbe di no, considerato che l’industriale lombardo è stato visto nelle ultime settimane nell’ospedale tarantino “San Giuseppe Moscati” in più circostanze. I suoi trasferimenti in ospedale sarebbero stati originati dalla necessità di visite specialistiche.

Rigidamente scortato dagli agenti di polizia penitenziaria, infatti, uno dei principali imputati nel processo “Ambiente svenduto” sarebbe stato sottoposto a controlli da parte di alcuni medici dell’ospedale situato nel quartiere Paolo VI, per poi ritornare nella struttura di via Maglie.

Ovviamente, sulle sue condizioni di salute non sono state fornite indicazioni. A prescindere da questo, in ogni caso, è certo che sulla sua posizione personale saranno i giudici della Corte di Cassazione a decidere.

Gli “Ermellini”, infatti, hanno fissato nell’udienza dell’11 dicembre prossimo l’esame del ricorso proposto dagli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia, che avevano invocato la revoca della misura cautelare che incombeva sull’ex presidente del consiglio di amministrazione di Ilva Spa, prima al cospetto del gip Vilma Gilli e poi all’esame del tribunale in fase d’appello.

Sia l’una che l’altro, come è noto, avevano respinto l’articolata richiesta, non avendo ravvisato, in entrambe le circostanze, neanche gli estremi per la sostituzione della misura custodiale con quella degli arresti domiciliari.

Quanto al processo per una lunga serie di reati, Fabio Arturo Riva comparirà, come il fratello Nicola e gli altri imputati coinvolti nella medesima vicenda, nell’udienza del dicembre prossimo.

Non in quella dell’1 dicembre, però già programmata dalla Corte d’assise di Taranto.

Il secondo appuntamento in Corte d’Assise, infatti, è destinato ad essere aggiornato per via dell’annunciata astensione proclamata a cavallo fra la fine di novembre e gli inizi del mese successivo dall’Unione nazionale delle Camere penali. È molto probabile, infatti, che la seconda udienza del processo, a meno di una revoca dello stato di agitazione dei penalisti, venga differita di alcuni giorni, se non di una settimana.

Sia come sia, la causa è ancorata alle attività preliminari. La Corte deve ancora esprimersi, infatti, sulle nuove costituzioni di parte civile promosse nella prima udienza e soggette alla interlocuzione del collegio di difesa dei quarantasette imputati.

L.Cam.
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