'Ndrangheta, maxi blitz: 49 arresti in Calabria e nelle province di Brindisi e Taranto

'Ndrangheta, maxi blitz: 49 arresti in Calabria e nelle province di Brindisi e Taranto
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Lunedì 18 Gennaio 2021, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 12:30

Questa mattina a Rosarno, Polistena e Anoia e nelle province di Messina, Vibo Valentia, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Dda nell'ambito dell'operazione denominata «Faust», hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 49 persone. Tra gli arrestati anche il 33enne brindisino Teodoro Montenegro, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e il tarantino Salvatore Scarcia, 53 anni.

Più in generale, le accuse a carico degli indagati sono di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena. Ai domiciliari è finito anche il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà. L'operazione ha coinvolto la cosca Pisano della 'ndrangheta che, stando alle indagini coordinate dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dall'aggiunto Gaetano Paci, avrebbe sostenuto Idà, eletto sindaco nel 2016. Arresti domiciliari anche per un consigliere comunale, Domenico Scriva, eletto con la lista civica «Cambiamo Rosarno», che sosteneva Idà. Secondo le indagini sia il sindaco che il consigliere comunale avrebbero ricevuto in occasione delle elezioni comunali del 2016 l’appoggio elettorale della cosca «Pisano» di Rosarno in cambio della promessa di incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia della consorteria criminale. L’operazione ha consentito, dunque, di accertare la radicata operatività della cosca Pisano, conosciuti comi i “diavoli di Rosarno”, nonché, in un contesto che rivela cointeressenze di sodalizi operanti nel “Mandamento Tirrenico”, anche l’attuale pervasività dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta denominata “società di Polistena”, capeggiata storicamente da esponenti della famiglia “Longo”, e della locale di ‘ndrangheta di Anoia. Capitolo a parte, rispetto allo scambio elettorale politico-mafioso, il ruolo del brindisino Montenegro, coinvolto nell'inchiesta in relazione alla gestione del mercato della droga sull'asse Calabria-Puglia, e nello specifico l'attività di spaccio a Brindisi.

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