Morte dopo due dimissioni, autopsia di 3 ore sul 19enne

Morte dopo due dimissioni, autopsia di 3 ore sul 19enne
di Nazareno DINOI
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Venerdì 30 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:22

È durata più di tre ore, ieri, l’autopsia sul corpo di Leonardo Preteso, il diciannovenne tarantino morto sei giorni fa all’ospedale Santissima Annunziata dove era stato ricoverato dopo due dimissioni avvenute nei giorni immediatamente precedenti il decesso. Motivo questo che ha spinto i genitori a presentare un esposto querela alla Procura della Repubblica di Taranto che ha aperto un fascicolo indagando 12 medici ospedalieri in servizio in vari reparti dove il giovane era stato in cura. 

La vicenda

Il pm Mariano Buccoliero che coordina le indagini affidate ai carabinieri, ha dato incarico per l’autopsia a tre consulenti tecnici di sua fiducia, il medico legale professore Antonio De Donno di Bari, lo specialista in chirurgia vascolare Domenico Angiletta e la neurologa Claudia Serpino. I tre consulenti che hanno riferito al magistrato l’esito macroscopico dell’autopsia, hanno chiesto 90 giorni di tempo per il deposito della relazione completa con il risultato dell’esame istologico. A quanto pare la causa del decesso sarebbe stata una massiva e inarrestabile emorragia addominale provocata dalla presenza di diverse lesioni del sistema vascolare, sia arterioso che venoso, sulla cui natura bisogna ancora indagare. All’esame eseguito nella sala autoptica del Santissima Annunziata hanno preso parte i quattro medici legali incaricati dagli indagati: Massimo Brunetti, Sergio Lubelli, Giovanni Pizzino e Federica Mele e quello della famiglia del ragazzo, Aldo Di Fazio, quest’ultimo messo a disposizione dallo «Studio 3A Valore» specializzato nell’assistenza legale nei casi di presunta malasanità.
Oggi stesso la salma dovrebbe essere consegnata ai familiari per i funerali che chiuderanno una tristissima storia iniziata a fine agosto quando al ragazzo, sino ad allora perfettamente in ottima salute, si presentarono i primi disturbi che lo portarono una prima volta al pronto soccorso dell’ospedale cittadino da cui fu dimesso dopo una serie di esami che avevano evidenziato delle anomalie della carotide. Il 17 settembre un secondo ricovero e un’altra dimissione dopo una serie di consulenze con vari specialisti. Il 22 settembre, un terzo ed ultimo episodio, più grave dei precedenti, ha portato il giovane nuovamente in ospedale dove questa volta è stato ricoverato nel reparto di neurologia. È stato lì che, all’alba del 23 settembre il diciannovenne ha avuto un arresto cardiaco irreversibile. Poco prima il giovane aveva parlato al telefono con il padre al quale aveva riferito di accusare ancora dolori all’addome. Poco dopo una dottoressa del reparto chiamava i genitori invitandoli a recarsi in ospedale per delle improvvise complicanze. All’arrivo in reparto i familiari apprendevano che il figlio era stato intubato e trasferito in radiologia per una Tac. Esame che non ha mai concluso perché il suo cuore si è fermato. Il dolore e la rabbia dei genitori hanno fatto il resto. E’ partita così la denuncia alla Procura ionica che ha disposto il sequestro della documentazione clinica e l’iscrizione come atto dovuto sul registro degli indagati dei dodici medici che rispondono di omicidio colposo

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