Il presunto omicida tenta il suicidio in carcere: salvo

Il presunto omicida tenta il suicidio in carcere: salvo
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Venerdì 18 Dicembre 2015, 09:22
Ha tentato il suicidio nel carcere di Lecce l’uomo accusato di aver ucciso nel febbraio scorso a Martina il pensionato Martino Aquaro. Angelo Semeraro ha ingerito una serie di psicofarmaci e ha poi accusato un malore, determinando l’immediato intervento degli agenti di polizia penitenziaria. Soccorso e trasportato nell’ospedale Vito Fazzi, Semeraro è stato salvato dall’intervento dei sanitari. Dopo alcuni giorni di ricovero, però, l’indagato è stato trasferito nuovamente nella struttura carceraria salentina. Ed è attualmente osservato “a vista” dagli stessi agenti.

Oggi, in riferimento alla sua condizione psico-fisica, sarà affidata una perizia medico legale su richiesta del difensore di Aquaro, avvocato Luigi Palmieri.

L’affidamento sarà disposto dal gip del tribunale di Taranto dottor Giuseppe Tommasino, che ha nominato un professionista manduriato per l’espletamento dell’incarico.
Nei mesi scorsi, come si ricorderà, Semeraro era stato sottoposto a perizia psichiatrica per stabilire se l’uomo fosse capace di intendere e di volere al momento del raid omicida. La risposta del perito era stata positiva. Tutvia, oggi il quesito del giudice è di tipo differente.
Il medico, infatti, dovrà stabilire se ler condizioni complessive di Anmgelo Semeraro siano, o meno, compatibili con la detenzione in una struttura carceraia.

Angelo Semeraro è accusato di essere l’omicida di Martino Aquaro, assassinato a bastonate e a coltellate nella sua abitazione di campagna, in via Madonna Piccola. All’epoca, al cospetto del gip, l’indagato 34enne Angelo Semeraro, che era stato fermato e aveva ammesso l’addebito, non aveva aggiunto nulla di più di quanto già riferito poco dopo l’omicidio. Sul caso, avevano fatto registrare una svolta immediata le indagini dirette dal pm dottoressa Ida Perrone. Tuttavia, ancora oggi l’aggressione fatale ad Aquaro presenta lati oscuri, legati soprattutto al tenore del litigio e alla furia che avrebbe accompagnato l’indagato, che era stato trovato nel terreno di pertinenza della vittima.

Nella circostanza, decisive si erano rivelate - secondo le indicazioni del medico-legale - le ferite inferte ai danni del pensionato prima con un bastone di legno, così come emerso dall’esame autoptico, e soprattutto dall’utilizzo di un coltello. In ogni caso, nel giro di 24 ore, le indagini della polizia avevano portato al fermo di Angelo Semeraro, finito nella rete degli agenti del Commissariato di Martina dopo essere stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza di una villetta situata a poca distanza dal luogo del crimine.

Immediata era stata così l'individuazione dell'uomo, trovato il giorno dopo nella sua abitazione con ancora indosso gli abiti sporchi di sangue.