Marò, chiesta archiviazione per Latorre e Girone

Marò, chiesta archiviazione per Latorre e Girone
Marò, chiesta archiviazione per Latorre e Girone
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 13:09 - Ultimo aggiornamento: 14:13

Il caso dei due marò potrebbe essere vicino a una svolta definitiva. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta su Salvatore Girone e Massimiliano Latorre in merito alla vicenda di due pescatori uccisi da colpi di arma da fuoco a febbraio 2012 al largo delle coste del Kerala, in India. A piazzale Clodio era aperto dal 2012 un fascicolo di indagine per omicidio volontario affidato al pm Erminio Amelio. I due fucilieri erano stati interrogati in Procura lo scorso luglio.

Latorre e Girone furono già ascoltati dai pm di Roma il 3 gennaio del 2013 e nello stesso anno i pm capitolini disposero una perizia sul computer e su una macchina fotografica che si trovavano a bordo della Enrica Lexie, la nave su cui erano in servizio Latorre e Girone. Al termine degli accertamenti i pm di Roma, coordinati dal procuratore Michele Prestipino, hanno chiesto al gip di archiviare le accuse in quanto il quadro degli elementi di prova raccolti è insufficiente a garantire l'instaurazione di un processo.

«Abbiamo appreso oggi una buona notizia. Attendiamo di conoscere i contenuti della richiesta di archiviazione. Auspichiamo che questa vicenda si concluda presto e possa tornare la serenità nella nostra famiglia». Così la famiglia del fuciliere di Marina Salvatore Girone esprime la propria soddisfazione all'Ansa dopo la richiesta di archiviazione.

La tesi dei magistrati

I due marò hanno agito rispettando le regole di ingaggio e convinti di essere sotto attacco di pirati. È quanto sostengono i magistrati di Roma nel chiedere l'archiviazione per i marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.

Tra gli elementi che hanno portato a chiedere di fare cadere le accuse anche la non utilizzabilità degli accertamenti svolti all'epoca dei fatti in India come l'autopsia o gli esami balistici.

La decisione dei pm romani non contrasta con il risarcimento alle vittime disposto dall'arbitrato dell'Aja in quanto il tribunale olandese aveva attribuito la giurisdizione penale sulla vicenda a Roma. Dal punto di vista penale i magistrati di piazzale Clodio hanno riscontrato una serie di limiti procedurali insormontabili per potere chiedere un processo. In primo luogo la non utilizzabilità, perché non ripetibili, degli accertamenti che erano stati svolti all'epoca dei fatti in India. Si tratta ad esempio delle autopsie sui due pescatori morti, i cui corpi sono stati cremati, o gli esami balistici svolti con regole che non sono quelle italiane. Per i magistrati italiani è un gap probatorio importante per la ricostruzione dei fatti.

Stesso discorso vale per quanto riguarda «l'assunzione di testimonianze e carte» non sufficienti ad attribuire in modo univoco il fatto ai due indagati. Nel motivare la richiesta di archiviazione, ora sarà al vaglio del gip, i pm di piazzale Clodio, sostengono, anche alla luce degli accertamenti tecnici, che i due marò hanno rispettato le regole di ingaggio. Sostanzialmente i marò quando hanno visto il barchino avvicinarsi a 90-100 metri alla nave Enrica Lexie hanno prima mostrato le armi, poi sparato in acqua. Latorre e Girone hanno pensato di essere sotto attacco di pirati, così come confermato dal personale indiano a bordo della nave sentito dagli inquirenti italiani.

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