Da più di un anno le forze dell’ordine erano alla ricerca della banda specializzata nel furto di macchine cambia monete che sottraevano con destrezza con o senza la presenza dei proprietari.
Per tre di loro, ma all’appello ne mancano altri, le scorribande sono finite perché raggiunti ieri da altrettanti ordini di carcerazione eseguiti all’alba dai carabinieri della compagnia di Manduria. Nel mirino della Procura jonica sono finiti il 28enne Luigi Ninni di Lizzano e i due di Sava Christian Urbano di 32 anni e Andrea De Padova di 19 anni, tutti con precedenti penali.
La misura di custodia cautelare in carcere è stata firmata dalla gip Gianna Martino su richiesta del pm Enrico Bruschi. Gli indagati, difesi dagli avvocati Bruno Bernardo Pozzessere, Armando Pasanisi e Biagio Leuzzi, devono rispondere di rapina a mano armata alla ricettazione, furto, danneggiamenti con l’aggravante e in associazione tra loro.
Gli episodi
Sono sette gli episodi di cui sono accusati, tutti avvenuti nei primi mesi dello scorso anno a Faggiano, Fragagnano, Leporano, Torricella, San Pietro in Bevagna, Campomarino di Maruggio e uno nella città capoluogo. Le attività prese di mira, quasi sempre bar, stazioni di servizio ma anche una gioielleria. L’obiettivo era sempre uno: i dispositivi cambiamonete a servizio dei locali delle slot machine.
In alcuni casi i colpi avvenivano di notte o quando gli esercizi erano chiusi, in altri i malviventi non si facevano scrupolo della presenza dei proprietari e avventori dei locali con alcuni dei quali ingaggiavano anche dei veri e propri corpo a corpo. Uno di questi, il più violento, è avvenuto a maggio del 2022 proprio a Taranto. I banditi quel giorno fecero irruzione nel bar La Fenice in via Mediterraneo. Con il volto coperto e uno di loro armato di pistola, intimarono ai presenti di alzare le mani mentre s’impossessavano della macchinetta cambia monete. Uno dei dipendenti cercò di fermarli e ci fu una colluttazione conclusa con la fuga dei rapinatori con il bottino di tremila euro. Per questa rapina è stato individuato solo uno dei tre arrestati ieri, mentre gli altri complici sono ancora da identificare.
In un solo caso, tra quelli attribuiti agli indagati, l’obiettivo non era il cambia soldi ma una gioielleria.