«Licenziamenti ingiustificati per 57 lavoratori» della ditta raccolta rifiuti. Verso lo sciopero

«Licenziamenti ingiustificati per 57 lavoratori» della ditta raccolta rifiuti. Verso lo sciopero
di Nicola SAMMALI
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Giovedì 5 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 14:08

«Li chiamano esuberi funzionali, ma in realtà sono licenziamenti». Scatta la protesta dei 57 lavoratori di Kyma Ambiente a rischio, e sarà destinata a proseguire dopo l’esito negativo del sit-in di ieri sotto Palazzo di città.

La protesta

La possibilità di uno sciopero, adesso, si fa sempre più concreta: Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Usb, Fiadel e Siuls hanno aperto lo stato di agitazione per salvaguardare l’occupazione, provando a respingere le azioni adottate dall’azienda partecipata del Comune di Taranto. Il clima tra sindacati e lavoratori da una parte e Kyma Ambiente e socio unico dall’altra è teso. Il sindaco avrebbe riferito nel merito della vertenza che «gli incontri tecnici sono stati già tutti esperiti», e che quindi «non c’è altro da dire».


Secondo i sindacati le parole di Melucci «confermerebbero che quanto messo in atto dall’azienda risponde all’indirizzo politico del sindaco e dell’amministrazione di centrosinistra. L’azione del presidente Mancarelli intende distogliere l’attenzione dalle responsabilità sulla gestione aziendale, facendo ricadere la colpa di questo disastro sui 57 lavoratori. Noi non ci stiamo, e stiamo organizzando altre assemblee con i lavoratori». Nei prossimi giorni, quindi, potrebbero esserci nuovi sviluppi, ma la preoccupazione dei lavoratori e delle famiglie cresce. I sindacati puntano il dito anche sulla situazione di liquidità dell’azienda che, «calcoli alla mano, avrebbe bisogno di 3 milioni e mezzo di euro per liquidare questi lavoratori. Ha una situazione debitoria che la soffoca». Su questo punto Carmelo Sasso, segretario generale Uiltrasporti Taranto, è netto: «Credo che sul bilancio questi 3,5 milioni non ci siano». Quello che appare chiaro, sostengono i sindacati, «è che questi licenziamenti non sono giustificati», anche alla luce del nuovo contratto di servizi che, una volta approvato, andrà a sostituire l’attuale in scadenza nel 2024. «La nostra proposta prevede più personale ma con lo stesso carico di spesa, per cui non avremmo nessuna difficoltà a far applicare il nuovo contratto.

Il Comune però ha intenzione di mandare a casa determinati lavoratori prima del nuovo contratto: questo non è accettabile», ha sottolineato Corrado Blasi dell’Usb.

«Con il potenziamento di isole ecologiche e Ccr (centri comunali di raccolta) non possono esserci esuberi: non possono parlare oggi di esuberi dopo tre anni di applicazione di un contratto di servizi che era inadeguato in partenza. Tutte le sigle sindacali non hanno mai ratificato la parte tecnica del vecchio contratto ma solo ed esclusivamente la parte economica. La parte tecnica che oggi partorisce questi esuberi funzionali doveva essere rivista a distanza di sei mesi, ma purtroppo il Covid non ha permesso di verificare e adeguare il servizio, quindi abbiamo continuato a lavorare ed erogare quel servizio con i costi di un altro servizio», ha spiegato un lavoratore. 
«Chiediamo al socio, il Comune di Taranto, che si assuma fino in fondo le sue responsabilità e dica chiaramente ai lavoratori e alla città che cosa intende fare. Basta con i tentennamenti e con i rinvii, vogliamo chiarezza», ha sottolineato Cosimo Sardelli, segretario generale Fp Cgil Taranto. «Non conosciamo ancora l’elenco dei nominativi - precisa Sardelli -, sappiamo soltanto che l’azienda dichiara esuberi funzionali isole ecologiche e Ccr. Dovremmo traguardare verso un sistema di raccolta differenziata spinta: isole ecologiche e Ccr sono l’asse portante di un sistema di raccolta differenziata spinta. Parlano anche di lavoratori parzialmente idonei, ma sono lavoratori che per 30 anni hanno lavorato pesantemente e hanno problemi di salute molto seri: che facciamo, li buttiamo nella spazzatura? Voglio ricordare che ad oggi (ieri, ndc) questi lavoratori non hanno ricevuto lo stipendio di settembre e che da lunedì sono nuovamente senza copertura del fondo di assistenza sanitaria, eppure ogni notte scendono a lavorare per senso di responsabilità». 

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