La Polizia ha dato esecuzione a un decreto della Corte d'Appello di Lecce con il quale è stata ripristinata la confisca dei beni per un valore di circa 10 milioni di euro di una società a responsabilità limitata riconducibile a un imprenditore 64enne di Martina Franca.
La misura di prevenzione fu disposta sul presupposto di elementi ritenuti dagli inquirenti «sufficienti a dimostrare la pericolosità sociale» dell'indagato e «la sproporzione tra i redditi di lecita provenienza di cui aveva disponibilità e il valore dei beni a lui riconducibili direttamente o indirettamente». È stata dunque disposta la reimmissione degli stessi beni nel possesso dell'amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.
I beni confiscati
Tra i beni confiscati (per la maggior parte di esclusiva proprietà della società, altri, invece, in quota parte), ci sono un hotel di 7 piani in fase di completamento, un'autorimessa di circa 4000 mq, un'ex discoteca con annesso ristorante, immobili commerciali vari, un locale di circa 2000 mq sede di una ditta di confezionamento di abbigliamento, un immobile sede di un Liceo artistico della Provincia di Taranto e vari terreni agricoli.
L'indagato, in base alle risultanze investigative dell'epoca, avrebbe ceduto le quote della società prima ad un suo nipote, mentre, attualmente, la società risulta intestata al figlio minore.