False accuse alla Velletri, ora Ivano rischia grosso

False accuse alla Velletri, ora Ivano rischia grosso
di Nazareno DINOI
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Febbraio 2016, 09:47
Nuovi guai per Ivano Russo. Il “bello” di Avetrana, che secondo la magistratura tarantina sarebbe stato il movente che ha spinto Sabrina Misseri ad uccidere la cugina Sarah Scazzi, ha ricevuto nei giorni scorsi una raccomandata il cui contenuto lo ha lasciato senza fiato: l’avvocatessa Emilia Velletri gli chiede 900 mila euro, una somma da versare «entro 20 giorni con l’avvertimento che, decorso invano tale termine, si agirà giudizialmente nei suoi confronti», conclude la lettera che porta la firma della legale tarantina.

Il motivo della richiesta è spiegato nelle prime righe della missiva. «Quale risarcimento di tutti i danni subiti e subendi per le affermazioni calunniose e non corrispondenti al vero profferite ai miei danni».
I fatti sono noti agli addetti ai lavori. Il trentaduenne avetranese, nel corso delle indagini preliminari per l’uccisione della quindicenne scomparsa il 26 agosto del 2010, dichiarò che durante un interrogatorio difensivo davanti all’avvocatessa Velletri, che con il suo collega ed ex marito Vito Russo difendeva Sabrina Misseri (condannata con la madre Cosima Serrano all’ergastolo e ancora in carcere), i due legali furono artefici di comportamenti scorretti per costringere il testimone a rilasciare una versione favorevole alla loro assistita.

L’avvocatessa, in particolare, fu indicata quale responsabile della distruzione di una parte del verbale di interrogatorio perché ritenuto sconveniente per l’allora indagata che era stata da poco arrestata perché accusata di essere l’assassina della cugina. Finita per questo sotto processo, la professionista, che rispondeva del reato di falso in sottrazione, è stata alla fine prosciolta «perché il fatto non sussiste». 

A distanza di cinque anni da quella sentenza assolutoria, per la legale tarantina è giunto il momento di chiedere conto del danno a chi, secondo il giudizio sopravvenuto, l’avrebbe accusata ingiustamente: Ivano Russo, appunto. «Sulla base di tali sue affermazioni, rivelatesi poi completamente false e divergenti da quanto realmente accaduto – si legge nella raccomandata recapitata al domicilio di Avetrana -, la scrivente ha subìto un procedimento penale conclusosi con assoluzione per insussistenza del fatto-reato, con conseguenti gravi danni, tra cui quelli morali, economici e di immagine». Che per Velletri valgono quasi un milione di euro. 
Russo che si può ragionevolmente presumere non disponga di una cifra simile, a quel punto ha fatto l’unica cosa che poteva fare. Si è recato con la busta dal suo avvocato, il penalista di Erchie, Francesco Mancini, il quale ha già fatto le prime mosse per contrastare le pretese risarcitorie della sua collega.

«Ho ritirato copia della sentenza di assoluzione per capire come meglio formulare l’opposizione», afferma l’avvocato Mancini. Ivano Russo è indagato per falsa testimonianza perché, secondo la Procura di Taranto, avrebbe tenuto nascoste circostanze importanti su quanto avvenne in casa Misseri quel terribile pomeriggio di fine agosto nel quale scomparve la povera Sarah Scazzi. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA