Ex Ilva di Taranto: stipendi con sorpresa, saltano gli straordinari

La manifestazione a Roma dei sindacati di Acciaierie d'Italia
La manifestazione a Roma dei sindacati di Acciaierie d'Italia
di Domenico PALMIOTTI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 11:52

Dopo settembre, il bis a ottobre da parte di Acciaierie d’Italia, ex Ilva.  La pubblicazione dei cedolini paga del mese, relativi al lavoro di settembre, avvenuta nel primo pomeriggio di ieri, ha confermato quello che lavoratori e sindacalisti temevano e immaginavano: il mancato pagamento degli straordinari da parte dell’azienda ai dipendenti di Taranto.

Il precedente

Era già accaduto il mese scorso, i diretti interessati se ne erano accorti, i sindacati avevano protestato e l’ex Ilva, nell’incontro con le sigle metalmeccaniche. Si era giustificata dicendo che aveva voluto dare un segnale non pagando gli straordinari, in quanto aveva verificato delle situazioni anomale. 
L’azienda aveva comunque preso l’impegno di saldare lo straordinario il mese successivo, cioè con gli stipendi messi in pagamento oggi. E invece non è accaduto niente. Il pregresso non è stato pagato e nemmeno quello effettuato dai lavoratori a settembre è stato saldato. 
È stata la Uilm a sollevare il caso nel pomeriggio di ieri, invitando gli interessati, attraverso i propri profili social, a portare i cedolini e a presentarsi, a partire da domani, all’avvocato del sindacato “per avviare le procedure di recupero dei soldi allo straordinario”.

I numeri

Al momento non ci sono numeri circa i lavoratori che hanno visto riconoscersi una busta paga decurtata dello straordinario. Il mese precedente furono circa 200. «Un’altra mancanza da parte di Acciaierie d’Italia, un altro gesto che denota l’assenza di rispetto di quest’azienda nei confronti dei propri dipendenti - dicono a Quotidiano Davide Sperti e Gennaro Oliva della Uilm -. Non poteva esserci esordio migliore per il nuovo direttore del personale. Ai lavoratori non si riconosce lo straordinario, ma i soldi si spendono tranquillamente, e tanti pure, per organizzare l’evento “farsa” quale è stato l’incontro a Taranto dei clienti di Acciaierie d’Italia. Convention nella quale l’azienda ha magnificato se stessa, descrivendosi nel miglior modo possibile, quando invece la realtà è esattamente opposta come andiamo denunciando da tempo, caratterizzata da impianti fermi, cassa integrazione elevata, produzione al minimo storico, materie prime e materiali che scarseggiano. Di fronte a quest’atteggiamento irrispettoso di Acciaierie d’Italia, non si può più continuare a tergiversare. Questa gestione per noi è definitivamente giunta al capolinea».
Peraltro, la mancata corresponsione dello straordinario si aggiunge al bonus welfare del contratto nazionale, non ancora reso fruibile da AdI sebbene vada messo a disposizione entro l’1 giugno, e ora oggetto di una segnalazione di Fim, Fiom e Uilm all’Ispettorato del Lavoro, visto che quella fatta all’azienda il 27 settembre non ha sortito esito.

Il bonus ammonta a 200 euro procapite e va utilizzato entro il 31 maggio dell’anno successivo. “Ad oggi - scrivono le tre sigle - molti lavoratori non possono accedere al portale per scaricare quanto spettante in quanto i codici della piattaforma messi a disposizione dall’azienda risultano non validi”.

Le proteste in programma


Intanto dopo il coordinamento di lunedì sotto la sede del ministero delle Imprese, e in vista delle proteste del 16 e 20 ottobre, rispettivamente presidio sotto le Prefetture e sciopero in tutto il gruppo, ieri i vertici nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno scritto al premier Meloni, al sottosegretario alla presidenza, Mantovano, e ai ministri Giorgetti, Urso, Fitto, Calderone e Pichetto Fratin. Nella lettera, considerata “l’insostenibile questione sociale e la mancanza di tempo disponibile”, Benaglia della Fim Cisl, De Palma della Fiom e Palombella della Uilm, sollecitano “una soluzione immediata prima che la situazione diventi irreversibile. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo”. Per i sindacati, “la maggior parte degli impianti fermi o a marcia ridotta, i luoghi di lavoro insicuri, la situazione debitoria insostenibile, il massiccio utilizzo della cassa integrazione, i bassi livelli produttivi e l’incompleta ambientalizzazione, rendono poco credibile la gestione di Acciaierie d’Italia con una governance a maggioranza ArcelorMittal”. Infine, si evidenzia, “nessun impegno assunto dalla multinazionale è stato mantenuto nei suoi 5 anni di gestione”, così come il Governo, nel confronto a Palazzo Chigi del 27 settembre, nessun impegno ha definito circa il prosieguo della discussione. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA