Benzene a Taranto: aumenta la media del 2023

L'ex Ilva dall'alto
L'ex Ilva dall'alto
di Domenico PALMIOTTI
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Mercoledì 13 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 07:14

L’anno che sta per concludersi ha visto aumentare le emissioni di benzene da parte di Acciaierie d’Italia, ex Ilva a Taranto.

 I dati e i limiti

Secondo i rilievi di Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, si sarebbe passati da una media annuale del 2022 di 3,3 microgrammi per metro cubo di aria ad una di 4. La soglia massima prevista dalle norme è di 5 microgrammi. 
Nella prima parte dell’anno, i valori sarebbero stati anche più alti, sfiorando i 5 microgrammi, poi c’è stata una decelerazione a cavallo dell’estate e forse l’anno potrebbe registrare, in sede di computo finale, anche un valore più basso rispetto ai 4 microgrammi perché nel frattempo è stata fermata una cokeria del siderurgico. Ora, è vero che Acciaierie rimane comunque nei parametri, in quanto non ha sfondato il tetto dei 5 microgrammi, ma sono tuttavia da non sottovalutare due elementi: il primo è appunto dato dalla progressione del benzene nel tempo e il secondo è costituito dal fatto che le autorità sanitarie hanno già evidenziato come quei 5 microgrammi per metro cubo di aria non siano un limite appropriato per Taranto che sconta già una notevole pressione ambientale. 

Il picco del 10 dicembre


A proposito di picchi di benzene, Peacelink ha segnalato che il 10 dicembre, alle 19, è stato registrato un valore di 6,65 microgrammi per metro cubo dalla centralina di via Machiavelli nel rione Tamburi. È stato il Dipartimento di prevenzione dell’Asl ad evidenziare, mesi addietro, la “necessità di ridurre nettamente i livelli di benzene in aria ambiente in quanto l’esposizione della popolazione di Taranto agli attuali livelli di concentrazione dell’inquinante, seppure formalmente ed attualmente nei limiti individuati dalla normativa vigente, non può garantire, secondo le evidenze scientifiche, l’assenza di effetti avversi sulla salute umana”.

E non è casuale che nella risposta al question time o alle interrogazioni presentate il Parlamento, il Governo non abbia escluso la possibilità d’intervenire con limiti più stringenti in sede di Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Ha detto il 18 maggio in Senato Vannia Gava, vice ministro dell’Ambiente, a proposito delle emissioni: “Si evidenzia una significativa variabilità negli anni” e la materia “è oggetto di particolare approfondimento al fine di poter proporre possibili misure mitigative o preventive da adottare, che potranno essere oggetto della procedura di riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale”. Risposte analoghe ha fornito il 24 maggio il sottosegretario all’Ambiente, Claudio Barbaro, alla Camera. Mentre l’Ispra - incaricato dei controlli - in una audizione alla Commissione Europea insieme al ministero dell’Ambiente e in una successiva alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie, ha detto che “c’è uno studio sul benzene che è in corso di approfondimento. Certamente - sottolinea Ispra - una sorgente del benzene è all'interno del ciclo produttivo, però tutto viene gestito per il massimo contenimento e abbattimento”. E “non ci sono - secondo Ispra - situazioni al momento che possano in questa fase compromettere l’esistenza dello stabilimento”. 

La nuova Aia


In quanto alla nuova Aia (la vecchia è scaduta il 23 agosto ed è in prorogatio), non solo il ministero dell’Ambiente non ha ancora aperto l’istruttoria ma non ha nemmeno trasmesso al gestore le integrazioni chieste dai soggetti interessati. L’iter della nuova Aia è di fatto bloccato perché si attende che il Governo sciolga prima il nodo societario dei rapporti col privato Mittal in Acciaierie. E intanto sul benzene, a seguito di diversi esposti giunti all’autorità giudiziaria e di rapporti dell’Arpa Puglia, è in corso un’inchiesta della Procura di Taranto mentre i Carabinieri del Noe si sono più volte recati in fabbrica per acquisire documenti. Inoltre, le emissioni di benzene in aumento hanno anche portato il sindaco Rinaldo Melucci ad emettere a maggio un’ordinanza di stop impianti. Ordinanza sospesa in estate dal Tar di Lecce su impugnazione di Acciaierie ed il relativo giudizio, inizialmente fissato per il 26 ottobre, è stato rinviato sine die su richiesta del Comune in attesa che la Corte di Giustizia Europea emetta la sentenza circa il fatto se la Valutazione di danno sanitario è o non è dirimente ai fini del rilascio dell’Aia. Intanto, l’Arpa ha effettuato a fine novembre la quarta ispezione annuale in fabbrica ed emergerebbe un quadro di impianti sempre più deteriorati. 

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