L'analisi tattica: Gallo super contro l'Atalanta. Giallorossi spreconi in attacco

L'analisi tattica di Atalanta-Lecce
L'analisi tattica di Atalanta-Lecce
di Michele TOSSANI
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Martedì 2 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:14
La sfida di Bergamo contro l’Atalanta ha rappresentato al meglio quello che gli allenatori intendono quando parlano di distinguere il risultato dalla prestazione. Infatti, come diceva Zdeněk Zeman, il risultato è casuale, la prestazione no. Tenendo presente questo adagio si capisce perché il Lecce non può certo essere soddisfatto del primo (i giallorossi sono incappati nella seconda battuta d’arresto consecutiva dopo quella subita ad opera dell’Inter) mentre lo deve essere della seconda. Purtroppo però alla fine conta buttarla dentro e, in questo, gli uomini di Roberto D’Aversa sono clamorosamente mancati.
Contro la squadra di Gasperini il Lecce è partito forte: pressione alta, tante riconquiste nella metà campo offensiva, transizioni veloci che mettevano in difficoltà i bergamaschi padroni di casa. Per affrontare l’undici lombardo D’Aversa (viste anche le numerose assenze) ha deciso di puntare su un tridente atipico, con Strefezza e Oudin a piedi invertiti (rispettivamente a sinistra e a destra) e in posizione più centrale, come aveva fatto intendere alla vigilia del match. In questa maniera i due giocatori andavano ad occuparsi, insieme a Krstović (preferito come centravanti all’ex Piccoli) dei tre difensori atalantini in fase di costruzione. A completare l’organizzazione difensiva salentina c’erano poi i due terzini (Gallo e Gendrey) pronti a uscire altissimi per andare a prendere i quinti avversari, anche quando questi ultimi si abbassavano per dare uno sbocco laterale alla manovra nerazzurra. Sbocco quanto mai necessario dato che, in mezzo, Rafia, Kaba e Ramadani si incollavano ai rispettivi avversari (Ederson, Pašalić e Koopmeiners), scambiandoseli quando necessario.
L’Atalanta trovava non poche difficoltà a sviluppare centralmente. Non a caso Gasperini ricorreva più volte a cambi di posizione nel due più uno presentato in mezzo (due mediani più un trequartista alle spalle di Lookman e Scamacca) e anche all’allargamento di Koopmeiners in fascia destra, per cercare di creare superiorità numerica contro Strefezza e Gallo. Il terzino giallorosso però si adattava presto alla situazione ed era autore di una prova maiuscola tanto in fase difensiva (9 palle recuperate) quanto in quella di possesso, dove è risultato essere il giocatore del Lecce a giocare più palloni (89). 
A riprova di come gli ospiti abbiano sfruttato molto i terzini per risalire il campo c’è poi un altro dato, vale a dire quello relativo ai passaggi chiave, cioè quelle trasmissioni di palla che consentono ad una squadra di superare almeno una linea difensiva avversaria. I due calciatori ad averne prodotti di più (comprendendo tutti quelli che sono scesi in campo) sono stati proprio i due laterali bassi pugliesi: 5 Gendrey e 4 Gallo. L’uscita palla del Lecce è spesso rivolta alla ricerca di Krstović, per andare poi a giocare sulla seconda palla. Purtroppo il montenegrino perdeva molti palloni (16 su 40 toccati, il 40 per cento) senza dare un grande contributo alla squadra in fase di sviluppo dell’azione.
Nella ripresa il Lecce partiva ancora meglio rispetto alla prima frazione. Il baricentro si alzava, in mezzo al campo Ramadani e Kaba erano dominanti e, in questo modo, nascevano diverse occasioni da gol, sia prima che dopo il vantaggio atalantino. Purtroppo per il Lecce i suoi avanti venivano meno in fase di finalizzazione (in particolare un Krstović che sprecava due grosse occasioni, una di testa e l’altra con un destro calciato malamente fuori a pochi passi da Carnesecchi) mentre ulteriori potenziali occasioni non si verificavano a causa di errori decisionali in sede di ultimo passaggio. Anche l’ex Piccoli, entrato a poco dal termine, aveva a disposizione una buona occasione ma concludeva a lato.
Così al Lecce resta sì la buonissima prestazione effettuata in casa di una candidata alle posizioni per l’Europa ma anche l’amaro in bocca per gli zero punti portati a casa.
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