Il calcio insegnato ai cinesi
da un allenatore tarantino

Il calcio insegnato ai cinesi da un allenatore tarantino
di Giovanni CAMARDA
3 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Giugno 2018, 12:55
C’è anche un tarantino tra i tecnici ingaggiati dal Milan per esportare in Cina la cultura calcistica italiana, con metodi di allenamento all’avanguardia, utili a far crescere le giovani promesse dagli occhi a mandorla. Si tratta di Antonello Altamura, 48 anni da Pulsano, una soddisfacente carriera da calciatore (è stato il capitano del Castel di Sangro in serie B) e una molto meno entusiasmante da allenatore. Sarà anche per questo che ha colto al volo l’offerta del Milan per andare a Guiyang, città che vanta una squadra nella massima serie, l’Hengfeng, che però al momento se la passa maluccio, tanto da aver cambiato di recente il tecnico, chiamando Dan Petrescu, altro nome noto al calcio italiano. La stella è il centrocampista spagnolo Mario Suarez, 31 anni, ex Fiorentina.
Particolare curioso: l’Hengfeng è guidato da una donna, Wen Xiaoting, giovanissima (29 anni) e molto ricca. Per avere un’idea: se la squadra si salva, ha garantito un premio di 135 milioni di yuan che in euro fanno più o meno 18 milioni.
Altamura in Cina si occupa dei ragazzi dell’Under 19: «Li alleniamo durante la settimana ma non possiamo andare in panchina perché noi siamo tesserati e pagati dal Milan China. Facciamo anche formazione agli allenatori cinesi mettendoli a parte della metodologia Milan. Non li alleniamo mai senza palla, facciamo tutto per migliorare la loro confidenza con il pallone e con la tecnica, dal riscaldamento alla partitella finale».
È lì da un mese ma l’impatto non è stato dei più semplici. «I ragazzi all’inizio avevano dei crampi nonostante qui i campionati fossero iniziati già da 4 mesi. Ora va un po’ meglio: alzando l’intensità degli allenamenti, stanno cominciando a fornire risposte più confortanti».
L’obiettivo è chiaro: «Noi siamo qui per portare quanti più giovani è possibile in prima squadra, però a 18 anni è un po’ tardi per cominciare un percorso di questo tipo. Si dovrebbe partire con i ragazzi dell’under 15 e poi farli crescere con i criteri giusti». L’accordo tra il Milan e l’Hengfeng ha una durata triennale ma il progetto dovrebbe diventare di 5 anni, considerato anche che in Cina i settori giovanili praticamente non esistono e quindi c’è bisogno di un lavoro di prospettiva a medio-lungo termine. Il reclutamento avviene in modo molto elementare: ci sono degli addetti che vanno nelle scuole e prendono i giovani più promettenti da portare in squadra. Si tratta di ragazzi evidentemente molto acerbi, in questo la differenza con l’Italia è enorme. Non così per l’impiantistica: «Le strutture - racconta Altamura - sono bellissime, d’altro canto il club è nato solo nel 1992. Lo stadio ha 53mila posti a sedere. La cosa particolare è che i ragazzi non sono abituati a fare la doccia al campo, ma tornano a casa per lavarsi. È proprio un altro mondo».
Ma con un grande potenziale da far emergere. «Questo è l’aspetto più stimolante, che mi ha spinto ad accettare l’offerta del Milan e a sondare un nuovo mercato. Un’esperienza che mi sarà certamente utile. In Italia non era facile continuare, il mercato è un po’ chiuso, se non fai parte di certi giri resti al palo. Invece qui ho l’occasione di crescere, anche culturalmente. Ovviamente ci avvaliamo di interpreti che agevolano il nostro lavoro, ma le cose migliorano di giorno in giorno. Anche al cibo in fondo ci si abitua, anche se un po’ mi manca la cucina di casa nostra. Però ne vale la pena, la Cina è un Paese straordinario ed essere al centro di questo progetto è entusiasmante».
© RIPRODUZIONE RISERVATA