Antonella Palmisano: le Olimpiadi, poi due anni bui. Chi è e perché il bronzo al Mondiale di atletica vale come un oro

Antonella Palmisano: le Olimpiadi, poi due anni bui. Chi è e perché il bronzo al Mondiale di atletica vale come un oro
di Giuseppe ANDRIANI
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Lunedì 21 Agosto 2023, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 15:29

Come se in una gara, durata poco meno di un'ora e mezzo, possa esserci la parabola di un intero periodo: la buona partenza, la caduta, la rinascita e la medaglia. Nei 20 chilometri di marcia ai mondiali di atletica ieri Antonella Palmisano ci ha messo tutto. Lei, oro olimpico nel 2021 a Tokyo (alle Olimpiadi che furono rinviate di un anno a causa del covid). Ancora lei, per due anni poi, con risultati altalenanti. A volte persino deludenti. Tanto che non ha difficoltà ad ammetterlo: sono stati due anni difficili, complicati. E adesso, però, sogna di nuovo i cinque cerchi olimpici. Andare a Parigi, l'anno prossimo, a difendere la medaglia d'oro conquistata quel 6 agosto di due anni fa. 
Per questo, ma anche perché dopo una caduta è complicato - anche fuori di metafora - ripartire e salire sul podio, il bronzo di ieri vale tantissimo. Nel mattino ungherese, per dirlo con le parole che lei stessa ha postato su Instagram, ha "reso possibile l'impossibile". Buona partenza, poi la caduta, poi la svolta finale. Alla fine l'abbraccio con la nuova campionessa del mondo nei 20 chilometri di marcia: la spagnola Maria Perez, che chiude in 1h26:51. Dietro di lei, per soli dieci secondi davanti all'atleta di Mottola, l'australiana Jemina Montag (1h27:16). E poi Antonella Palmisano, con 1h27:26.
Per la cronaca sportiva è stata una prova ad eliminazione nella quale le migliori hanno preso subito il comando (in testa fin dal via le sette pronosticate), restando compatte fino all'azione decisiva, avvenuta tra il sedicesimo e il diciassettesimo chilometro. «Quello che conta è la testa - ha detto ancora Palmisano - ho imparato in questi due anni a vedere tutto il bello che c'è intorno a me, senza concentrami sui problemi. Cadere e rialzarsi, è un concetto perfetto per la giornata di oggi. Mi è quasi servito perché in pochi secondi mi ha fatto vedere tutto quello che ho passato in due anni. Mi ha dato una carica che non mi ha aspettavo». «Ora sto vivendo tanta felicità, tanta gioia: ho dimostrato a me stessa e al mio allenatore, Patrizio Parcesepe, cui dedico questa medaglia, che l'atleta c'è, e anche la persona. Con qualche acciacco, ma ci sono. E possiamo sognare Parigi 2024». Per lei è un'altra medaglia di bronzo in un mondiale: ci era già riuscita sei anni fa a Londra. Poi è arrivato il bronzo europeo a Berlino nel 2018 e soprattutto quell'oro in Giappone, nei giorni d'oro della marcia italiana e pugliese. Già, perché a Tokyo anche Massimo Stano, barese di Palo del Colle, portò a casa una medaglia d'oro nella marcia. Due su due.
Da Antonella Palmisano è arrivato un messaggio chiaro e forte, che prescinde la semplice medaglia: si può cadere, ci si può rialzare. E soprattutto sognare di ripetersi a Parigi adesso è possibile.

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