Le voci sull’addio alla presidenza juventina? Semplici “rumors”. E massima fiducia in Allegri, l’uomo che ha riportato solidità alla Continassa. L’addio a Dybala e la scelta di puntare su Vlahovic, il futuro della Juventus insieme a Locatelli, Chiesa e De Ligt. Andrea Agnelli ha fatto il punto del momento bianconero alla giornata di sport "Il Foglio a San Siro”. «Il progetto Allegri è valido, con Lapo scherziamo spesso. Max ha riportato solidità, con lui abbiamo un progetto di lungo periodo. Sappiamo cosa vogliamo ottenere, avere qualche rimpianto per non poter vincere lo scudetto è di buon auspicio per il futuro. La corsa tra Inter e Milan? Spero in un suicidio collettivo e noi vinciamo 4 partite di fila. In 4 partite può succedere di tutto…».
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Nessun dubbio sul futuro della presidenza: «Non passa anno che non si parli del mio futuro alla Juve, questi rumors li hanno ascoltati in tanti: da Blatter e Platini, oggi Ceferin e Casini. L'unico che c'è sempre è Tebas, forse è lui che li mette in giro…Io sono molto sereno non faccio caso ai rumors, so quello che stiamo facendo e che mi sto divertendo.
«Dybala è un grande giocatore, ma certe decisioni sono figlie del momento. Riconfermo le parole di Maurizio Arrivabene: fare una offerta a Paulo non consona al suo livello non sarebbe stato corretto. A dicembre avrei detto che era impossibile avere Vlahovic a gennaio, le risorse sono limitate e bisogna scegliere dove investire. Ora abbiamo Dusan, De Ligt, Chiesa, Locatelli e ci siamo ringiovaniti. Chiellini? Un posto in società ce l'ha già, deve solo decidere quando. Bonucci invece resta con noi. Del Piero? E’ sempre benvenuto alla Juve, ora è felice a Los Angeles. Entrare in società vuol dire cambiare proprio il suo stile di vita». Ultimo battuta su Marotta e l’inchiesta plusvalenze. «Marotta è una persona che manca perché gli voglio bene. In quel momento sono state prese determinate scelte, all'Inter sta facendo molto bene, con Steven Zhang ho un ottimo rapporto. È stato un anno complicato, ma come abbiamo rispetto per tutti gli organi inquirenti pretendiamo altrettanto. Siamo fiduciosi che l'operato della società sia stato corretto».
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