Teardo: «Nel nostro Paradiso la sospensione di Dante di fronte alla divinità»

Teardo: «Nel nostro Paradiso la sospensione di Dante di fronte alla divinità»
di Ennio CIOTTA
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 06:44
Nel XXXIII canto del Paradiso, Dante Alighieri, si trova nel disagio dell’essere umano che prova a descrivere l’immenso, l’indicibile e prova a raccontare ciò che non si può raccontare. Questo scarto rispetto alla somma meraviglia è messo in scena creando un’esperienza unica, quasi fisica per lo spettatore al cospetto dell’immensità. Elio Germano e Teho Teardo sono voce e musica per sognare la bellezza e avvicinarsi al mistero, l’immenso, l’indicibile ricercato da Dante.
Dal suono avvincente ed eterno germoglia la musica inaudita e imprevedibile del compositore d’avanguardia e scaturisce la regia visionaria e impalpabile di Simone Ferrari e Lulu Helbaek, poeti dello sguardo, capaci di muoversi tra cerimonie olimpiche, teatro e show, portando sempre con loro una stilla di magia del Cirque du Soleil. Grazie alla loro esperienza accadrà qualcosa di magico e di inspiegabile, trascendendo qualsiasi concetto di teatro, concerto o rappresentazione dantesca attraverso una contaminazione di linguaggi tecnologici e teatrali. 
Il tour pugliese dello spettacolo, replicherà questa sera al teatro Orfeo di Taranto e domani l’Apollo di Lecce. 
Teho Teardo, ci racconta come nasce questo progetto con Elio Germano con cui lei ha collaborato anche ad altri progetti?
«Questo progetto nasce dalla richiesta di fare una lettura di Dante per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Elio Germano era stato invitato a leggere questo canto e studiandolo poi insieme con alcuni dantisti ha capito che poteva essere qualcosa a cui noi avremmo potuto lavorare». 
Cosa vedremo a teatro?
«Vedrete qualcosa che si fa fatica a descrivere perché è il canto dell'incomunicabilità questo di Dante, quello in cui lui è esposto alla divinità e non riesce a gestirla. Non trova le parole e rimane li, un po' sospeso, ed è in questa sospensione che ci siamo voluti muovere».
Lei ha un passato nei contesti musicali underground, che valore da alle produzioni fuori dal mainstream?
«Non ho mai pensato alla musica in termini di underground o mainstream, ho sempre pensato alla musica in quanto tale. Non ho mai pensato a questo tipo di differenze e credo che ce ne sia di buona ovunque indipendentemente dall'estrazione e dai contesti».
In questi anni è stato autore di molte colonne sonore per il cinema. Cosa pensa del cinema in Italia in questo momento?
«Ho una buona sensazione: escono dei film interessanti, si fa attenzione a un certo tipo di qualità e per me questi sono aspetti fondamentali. Riguardo la Puglia, ad esempio, recentemente è uscito un film molto buono di Michele Riondino (Palazzina Laf), un film coraggioso che parla di un tema che non viene affrontato da tanto in questo modo, parlo del lavoro e dell’identità che hanno i lavoratori. Mi sembra importante che sia potuto succedere».
Ha nel suo curriculum una lunga e notevole serie di collaborazioni, tra le altre ricordiamo quella con Blixa Bargeld degli Einstürzende Neubauten. Con chi le piacerebbe collaborare in futuro?
«Mi piace davvero molto come canta Stewart Staples che è il cantante dei Tindersticks, ammiro molto il suo lavoro, mi piace molto il lavoro di una cantante inglese che si chiama Keely Forsyth. Sono persone con le quali mi piacerebbe collaborare».
Quali sono i suoi progetti futuri?
«In realtà ho dei progetti presenti: ho appena chiuso la lavorazione di un film al quale tengo molto, un documentario di Daniele Vicari che si intitola: “Fela, il mio Dio vivente” ed è l'esperienza di un ragazzo di Roma che si invaghisce della musica di Fela Kuti e lo va a cercare in Africa ed è un'esperienza strepitosa. Siamo molto contenti di questo lavoro e della musica che ne è uscita. Inoltre sto lavorando con Blixa alla realizzazione di un nuovo album».
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