Taranta, la Notte ci sarà: «Diversa, ma la faremo». Parla il maestro concertatore

Taranta, la Notte ci sarà: «Diversa, ma la faremo». Parla il maestro concertatore
di Ilaria MARINACI
3 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Aprile 2020, 08:59
«Sarà una Notte di rinascita in cui recupereremo quel significato di guarigione che da sempre accompagna la musica popolare salentina e che, quest'anno, ha ancora più valore ribadire». La vede così il maestro concertatore Paolo Buonvino la prossima edizione della Notte della Taranta, in programma il 22 agosto, la prima della storia della manifestazione che si svolgerà senza il pubblico in piazza. «Impossibile ha dichiarato il governatore Michele Emiliano l'altro ieri mettere insieme 200mila persone». E allora la fondazione grika, guidata da Massimo Manera, cambia format e causa emergenza legata al coronavirus trasforma lo spettacolo dal vivo in uno show virtuale, che passerà sugli schermi di tv, computer e smartphone. Un cambiamento epocale per il Concertone di Melpignano che da sempre vive dell'alchimia che si crea fra il palco e la folla.

A tessere la tela del celebre ragno sarà Buonvino, compositore siciliano che ha firmato, di recente, la colonna sonora della miniserie Rai I Medici e che ha al suo attivo tante collaborazioni con artisti prestigiosi, da Giuliano Sangiorgi a Elisa, e la vittoria del David di Donatello nel 2008 per le musiche del film Caos Calmo. Ufficializzato già a dicembre, Buonvino stava lavorando su un'edizione in cui la pizzica si sarebbe mescolata con il cinema. Progetto a cui non intende rinunciare. «Resta tutto quello che avevamo immaginato spiega solo che le modalità in cui lo proporremo saranno differenti».
Un problema o un'opportunità?
«Per il carattere che ho, penso a un'opportunità. È ovvio che dispiace non poter avere una festa di piazza, ma sia io sia la fondazione abbiamo concordato nell'offrire al pubblico un incontro differente. La musica è sempre un incontro fra chi la fa e chi la riceve, restituendola a sua volta. Questo incontro non potrà avvenire nel modo usuale per ovvi motivi, ma divertimento, d'altra parte, deriva da di-vertere, che significa proprio fare cose differenti. Come ci insegna la condizione nuova che stiamo vivendo, che può essere utilizzata anche per rinnovarsi».

Mancherà, però, l'interazione con la piazza.
«Questo senza dubbio, ma stiamo lavorando a un'alternativa che non sia un ripiego, orientandoci su qualcosa di diverso che non tradisca la tradizione. O meglio che la tradisca (tradire e tradizione hanno la stessa radice) in modo positivo. Mentre arrangio e compongo, partendo proprio dal nocciolo vivifico della vostra tradizione musicale, così vicina a quella della mia terra, mi attraversano tante vibrazioni vivide che vorrei trasmettere ai musicisti e al pubblico, sia pure attraverso format differenti. Per fortuna la tecnologia ci aiuta».

Anche se arriveranno da uno schermo, insomma, le emozioni saranno le stesse.
«Faremo di necessità virtù, sapendo che l'energia sprigionata da una piazza con tantissime persone non ha eguali. Non dimentichiamo che la musica popolare salentina nasce come musica di guarigione per lo spirito e il corpo e credo che, in questo momento storico, possa guarire ancora di più. La musica è opportunità di rinascita».

Cambia la formula, ma il tema resta pizzica e cinema?
«In linea generale, tutta la commistione con il cinema di cui avevo parlato desidero mantenerla, fermo restando che le proporzioni di un elemento e dell'altro saranno adeguate allo spazio virtuale in cui li proporremo».

Ci saranno, come sempre, i superospiti italiani e stranieri?
«Sì, non cambierà nulla. Ma abbiamo imparato in queste settimane che siamo in balia degli eventi. L'impostazione resta la stessa, ma sperimenteremo modalità innovative, pur sapendo che il Concertone è quello che abbiamo finora conosciuto. L'importante è dare un segno di continuità».

Avevate già preannunciato la presenza sul palco degli Indios dell'Amazzonia...
«Di questo si sta occupando la fondazione. Quello che si potrà fare lo stiamo valutando giorno per giorno. Per fortuna avevamo cominciato a lavorare per tempo. Cosa che ci permette ora di non avere premura».

Il lavoro con l'orchestra è già iniziato?
«Sì, sono tutte persone con uno straordinario bagaglio spirituale e tecnico. Per ora stiamo lavorando a distanza, sperando, a un certo punto, di poterlo fare fianco a fianco».
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