Torna Lol, adesso si ride. Anzi, no

Torna Lol, adesso si ride. Anzi, no
di Eleonora Leila MOSCARA
5 Minuti di Lettura
Giovedì 24 Febbraio 2022, 05:00

Ridere e sorridere, comicità, umorismo e satira. Un argomento che sembra facile ma in realtà è complesso e vastissimo. Arriverà stasera, nelle case degli abbonati Amazon, la nuova stagione di LOL, trasmissione che ha avuto l’indubbio merito di piacere al grande pubblico. Ma sul nuovo show on demand, presentato da Fedez, si è abbattuta anche la zavorra delle critiche da parte di coloro che vedono una deriva della comicità televisiva in Italia. Per la prima edizione Aldo Grasso sul Corriere della sera aveva scritto: «Non ho riso perché il clima generale era quello della stupidera» e Frank Matano, uno dei partecipanti della prima edizione, aveva risposto mantenendo la sua ironia con una frase su Twitter: «Cambieremo il format. Vince chi fa ridere Aldo Grasso».
Il mondo dei comici, oggi in Italia, sembra essere sempre più riverso sul web o sulle stand-up comedy, con pochi casi isolati legati alla tv. E basta fare un veloce giro tra alcuni di loro per verificare quanto differenti siano le opinioni su cosa stia accadendo in questo settore in Italia.

«La commedia italiana? Ha raschiato il fondo»

«Per me la comicità è quella di Charlie Chaplin o di Franco e Ciccio. La commedia italiana ha raschiato il fondo» dichiara l’attore e regista barese Paolo Sassanelli, impegnato con Dino Abbrescia nello spettacolo “Vamos” di Andrei Longo, regia di Susi Laude: «Non ho idea di cosa sia LOL, ma credo che ci sia bisogno di prendere un’altra direzione. Mi ritengo un purista della comicità, preferisco le situazioni comiche alla battuta, infatti ho amato “Il circo” di Charlie Chaplin, la scena in cui lui viene inseguito dal ciuccio mi fa ridere tantissimo perché è molto umana. Quello che secondo me dovremmo fare per recuperare la vera dimensione comica è seguire una strada più estemporanea e meno costruita rispetto alle battute pensate che ti indirizzano verso la risata, più che farla sgorgare da dentro».

«Siamo un popolo di permalosi - scherza Abbrescia - quella che sta morendo oggi è la comicità legata alla battuta. Basta pensare a Zalone a Sanremo o le critiche a Pio e Amedeo. Se non si costruisce una situazione intorno, come accade in LOL, è impossibile districarsi in questo panorama in cui si offendono tutti. Pensa se facessero oggi “I nuovi mostri”, il film di Monicelli, partirebbero gli arresti e le manette. In LOL, a mio avviso, a far ridere è il meccanismo della disperazione di coloro che non devono ridere. Ergo, la commedia, nasce da un senso di disperazione e disagio. In questo momento non ci sono molte commedie tipicamente ridanciane, perché non c’è lo spirito, non le vogliono più».

Diversa l’opinione di Chiara Becchimanzi, stand up comedian, attrice e autrice, in tour con lo spettacolo “Terapia di gruppo”: «Per me ci sono e ci sono sempre stati due tipi di comicità: la comicità tout court del “ti faccio ridere e basta” e la comicità con pretese, più difficile da apprezzare, dove la risata non è il fine ma il mezzo. Come artista e performer non metto un genere sopra l’altro, credo che siano due linguaggi diversi come il jazz e il rock, ognuno ha la sua dignità performativa.

LOL a me fa un sacco ridere, ritengo sia un mix di questi due generi, non è solo portatore di semplice comicità popolare, ma di una comicità pop, più trasversale e fluida».

Gli artisti della nuova stagione di Lol 

Il programma, prodotto da Endemol Shine Studio per Amazon, vedrà i partecipanti sfidarsi nuovamente a colpi di battute con i loro diversi stili comici: attraverso stand-up, improvvisazione, commedia fisica, cercheranno di strappare una risata, senza cedere alla comicità degli avversari. Alla prima risata scatterà il cartellino giallo di ammonizione, seguito dal temuto cartellino rosso di espulsione dal gioco. Per questa nuova edizione gli artisti scelti sono Corrado Guzzanti, il Mago Forest, Virginia Raffaele, Maccio Capatonda, Maria Di Base, Alice Mangione, Gianmarco Pozzoli, Tess Masazza, Diana Del Bufalo e Max Angioni.

«Sarà un LOL diverso con un cast del genere, più di nicchia – sottolineano Le Ciceri e Tria Francesca Sanna e Carla Calò – ci sono comici “seri” come Guzzanti e la Raffaele che sicuramente usciranno per ultimi. La cosa davvero difficile del programma, che noi apprezziamo molto, è il concetto del comico che deve far ridere un altro comico. Nulla di più difficile far divertire chi conosce tutti i retroscena di questo mestiere. LOL è un contenitore dove tutto è concesso in un periodo di stasi in cui, esibirsi, è diventato difficile e si sente la mancanza di improvvisazione».

«Troppi artisti e troppo poco spazio»

Per Francesca Antonaci in arte “Gegia” il mondo della comicità oggi è tutto «un gran casino», l’attrice impegnata nelle riprese di un film noir che racconta la storia del killer barese Percoco, afferma: «L’Italia è un popolo di comici ma, sparsi ovunque, un Paese pieno di artisti che hanno poco spazio e si conoscono poco. C’è casino perché c’è troppa vastità di piattaforme, io ad esempio non ho visto LOL e dubito che una nonna o una zia vada su Prime a vederlo, manca la grande popolarità di una volta – conclude Gegia - ben vengano le nuove trasmissioni ma, l’impressione è che tutto si bruci subito. Le persone ricordano i film di una volta, quelli sì che non li dimenticheranno mai». 

Anche Uccio De Santis ha visto poco LOL ma ha un’idea ben chiara: «Al format darei un sei in una scala da uno a dieci, sono felice che abbia avuto successo ed è giusto riconoscerlo ma, da tecnico, percepisco molta finzione quando le risate più belle sono quelle spontanee date dall’improvvisazione». Il comico, impegnato in Sicilia con le riprese delle nuove puntate di Mudù aggiunge: «Io sono innamorato dell’immediatezza, della battuta, la gente oggi ha voglia di divertirsi ma è anche molto attenta. Darei un’accelerata sulle proposte, ci sono pochi autori. Perché non dare più spazio alle nuove leve per collaudare nuovi programmi e dare più scelta al pubblico?».

Pareri vari e contrastanti quelli dei comici, una grassa risata è spesso soggettiva però e sarà sempre e solo il pubblico a decidere chi riderà per ultimo.

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