Francesca Perrotta si esibirà al Quirinale: «Un onore suonare davanti al presidente della Repubblica»

Francesca Perrotta si esibirà al Quirinale: «Un onore suonare davanti al presidente della Repubblica»
di Serena COSTA
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:13

Ogni sua esibizione racconta un diritto negato, perseguito con sacrificio, a volte con dolore, e riversato in note per orchestra. Perché Francesca Perrotta non è una semplice “signora” della musica, ma la direttrice e la cofondatrice insieme alla sua collega Roberta Pandolfi della filarmonica “Olimpia”, ensemble che partecipa sempre e solo a eventi a carattere benefico o dallo spiccato valore sociale.
Maestro sarebbe stato il termine giusto in quella infausta cerimonia del 20 gennaio scorso, per Pesaro capitale italiana della cultura: lo scivolone del conduttore Paolo Bonolis, che, appunto, appellò ripetutamente Francesca Perrotta “signora”, ha fatto il giro delle testate italiane, insieme agli apprezzamenti ritenuti fuori luogo a una delle musiciste. Dopo un primo imbarazzo, la direttrice di origine leccese decise di non fare buon viso a cattivo gioco e fece notare al presentatore che non era quello il modo corretto di definirla. 
Ma nonostante l’incidente diplomatico con il conduttore (e la scia di indignazione social) il talento delle musiciste e la bravura della direttrice non sono sfuggiti allo sguardo attento del Presidente Mattarella e, evidentemente, anche al suo orecchio musicale sensibile, tanto che il 10 marzo prossimo l’orchestra “Olimpia”, composta orgogliosamente di sole donne, si esibirà nella Cappella Paolina, all’interno del Palazzo del Quirinale e l’ensemble nato 5 anni fa rientrerà nella prestigiosa rassegna in onda anche su Radio 3.


Francesca Perrotta, come ha appreso la notizia che l’orchestra Olimpia era stata scelta per esibirsi al Quirinale?
«Ho ricevuto una telefonata qualche giorno fa e confesso che all’inizio ho pensato che si trattasse di uno scherzo. Quando ho capito che stavano davvero chiamando dal Quirinale, mi sono sciolta in un’emozione fortissima, in cui si alternavano stupore e orgoglio. Il Presidente Mattarella è un grande appassionato della cultura in generale, e in particolare della musica, e mi sono stati riportati commenti molto positivi sull'esibizione del 20 gennaio scorso a Pesaro. Con l’orchestra Olimpia avevamo eseguito l’Inno d'Italia, l’Inno alla gioia, La gazza ladra. Essere invitate ai concerti della rassegna del Quirinale della domenica mattina, per un musicista è un traguardo molto importante, perché c'è una grande selezione a cura della direzione artistica di Radio 3. È stato veramente un bel riconoscimento».
 

Quale sarà il vostro repertorio il prossimo 10 marzo?
«Sarà un concerto per pianoforte e orchestra: inizieremo con il n. 4 di Beethoven, con Roberta Pandolfi al pianoforte, proseguiremo con una prima esecuzione assoluta con un pezzo a noi dedicato, "Elegia", scritto dal compositore pesarese Danilo Comitini. In chiusura, eseguiremo "Shuo", brano della compositrice cinese Chen Yi, con cui comunichiamo il nostro obiettivo di diffondere la cultura del repertorio femminile del presente e del passato».
Com’è nata l’Orchestra Olimpia?
«È nata dall’incontro tra me e la pianista Roberta Pandolfi: Olimpia non esisterebbe senza l’apporto di ciascuna di noi, che siamo due facce della stessa medaglia. Volevamo dare un taglio differente rispetto alle altre orchestre italiane, da qui l’idea di comporla di sole donne. Non è un caso che il suo debutto sia stato l’8 marzo del 2019. Inoltre, volevamo portare avanti tematiche sociali attraverso un buon prodotto culturale e tutte le volte che abbiamo suonato abbiamo legato l’evento a un tema che invogliasse lo spettatore ma che lo portasse anche a riflettere. E così, abbiamo fatto un concerto di beneficienza per il reparto di malattie rare dell’apparato metabolico dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, un gemellaggio con l’orchestra femminile di Kabul, unica orchestra femminile del mondo islamico, e ancora un concerto per la pace a un mese dello scoppio della guerra in Ucraina, ospitando il direttore della filarmonica di Kharkiv. E ora stiamo producendo un podcast che racconta 8 donne della storia della musica che per vari motivi non sono sufficientemente note. Tengo a dire che noi non parliamo di diritti negati, ma li suffraghiamo con la nostra musica».
 

Qual è stato il suo percorso accademico? 
«Sono via da quando avevo 26 anni e nessuna ragione mi avrebbe mai portato via, se non per il lavoro: la prima partenza è stata una delle decisioni più dure della mia vita. Mi sono diplomata al Conservatorio di Lecce, poi ho proseguito gli studi musicali frequentando accademie a Roma, Parigi, Recanati, e l’ultimo approdo pianistico è stato con Enrico Pace a Pinerolo. Poi è arrivato l’approccio alla direzione d’orchestra grazie al maestro Romolo Gessi all’European Conducting Academy di Vicenza. Attualmente sono laureanda al Conservatorio di Pesaro del Biennio di direzione d'orchestra».
Lei manca da molti anni da Lecce: com’è cambiata la città ai suoi occhi? Sono previsti concerti in città?
«Vedo molte derive iperturistiche, certi slogan e attaccamenti viscerali mi fanno un po' sorridere e sono figli del fatto che ci siamo in qualche modo brandizzati. Mi piacerebbe moltissimo venire giù a fare un concerto, anche se per ora nulla di certo. Ma ci stiamo lavorando».
 

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