Felicia Kingsley: amore d'altri tempi, successo di oggi. A tu per tu con la scrittrice più venduta del generale Vannacci

L'autrice oggi a Bari. Con il suo romanzo ha scalato rapidamente le classifiche di vendita dei libri

Felicia Kingsley, primo posto in classifica: «Ecco chi è la mia ragazza d'altri tempi»
Felicia Kingsley, primo posto in classifica: «Ecco chi è la mia ragazza d'altri tempi»
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Giovedì 28 Settembre 2023, 13:57 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 14:10

Il primo posto nelle classifiche dei libri più venduti per lei, che di romanzi ne ha scritti diversi, non è una novità. Ma come al peggio, anche al meglio non c'è mai limite e così, questa volta, l'ultima recente sua "creatura" sulla vetta ci è balzata immediatamente, quando ancora aveva addosso l'odore della tipografia. Scalzando senza tanti complimenti il pur gettonatissimo "Il mondo al contrario" del generale Vannacci.


«Il che dimostra che c'è tanto affetto, tanto calore da parte dei miei lettori», esordisce Felicia Kingsley, architetto per professione, scrittrice per passione, che oggi alle 17 sarà a Bari proprio per presentare, nella libreria Feltrinelli, introdotta da Ervea Donnini, il suo "Una ragazza d'altri tempi", uscito poco più di tre settimane fa e pubblicato, come i precedenti dalla Newton Compton.

La trama


Un romanzo rosa, perché questo è il suo genere, ma per la prima volta con una "sfumatura" storica.

Protagonista una ragazza dei giorni nostri, Rebecca Sheridan, che però non li ama e vorrebbe vivere nella Londra del diciannovesimo secolo tra balli, feste e inviti a corte. Ed è proprio agli inizi del 1800 che improvvisamente si ritrova, con un salto temporale che non ha spiegazioni ma che la proietta in una serie di avventure (anche amorose) tutte da leggere.


Il primo posto in classifica dimostra che a leggerle sono già in tantissimi, ma qual è il segreto per conquistare i lettori con un romanzo rosa?
«Beh, questo bisognerebbe chiederlo ai lettori. In realtà io uso tanto i social per cercare di farmi conoscere anche come persona e penso che i lettori poi mi ritrovino tantissimo nella scrittura. Penso che un lettore potrebbe prendere un libro e, senza neanche guardare la copertina, leggendolo capire che l'ho scritto io. Cerco di metterci sempre tanto di me, non per una questione di egocentrismo, piuttosto come fattore caratterizzante dei romanzi. Perché a me stessa piace, da lettrice, ritrovare lo stile dell'autore nei libri che leggo».


A scrivere ha iniziato da giovanissima...
«Ho sempre scritto, per puro divertimento e senza alcuna ambizione editoriale, solo come passatempo, fin quando nel 2014 non ho scoperto l'autopubblicazione e per me è stato uno stimolo a terminare le storie. Perché purtroppo io ho sempre avuto questo difetto: iniziare le cose e non finirle. L'autopubblicazione è stata lo stimolo per dirmi: proviamo a finire una storia per pubblicarla. È stato più un modo per mettere alla prova me stessa che non voler arrivare al mondo dell'editoria. E però è stato un percorso che mi è piaciuto e allora mi sono detta: ok, andiamo avanti così, facciamone una cosa seria. Poi è arrivata la Newton ed eccomi qua».


Ma perché il romanzo rosa?
«Perché è un genere che mi è sempre piaciuto da lettrice, perché l'ho sempre letto e continuo a leggerlo, insieme a tanto altro, ovviamente, perché ho delle letture molto variegate. Però il romanzo rosa è quello che ha sempre acceso la mia fantasia».


Stavolta però c'è la "svolta" storica...
«Sì, questo è il mio primo esperimento storico. Anche qui, da lettrice ho sempre amato i romanzi sia storici che a fondo storico e quindi ho sempre cullato un pochino il desiderio di cimentarmi in qualcosa di non contemporaneo. Così l'anno scorso ho ripreso in mano un'idea che avevo tra i miei appunti e l'ho sviluppata in "Una ragazza d'altri tempi". Però con questo espediente del viaggio nel passato, quindi la protagonista, una ragazza contemporanea, si confronta con una realtà vecchia di duecento anni. L'ho fatto, diciamo, per permettere ai lettori di riconoscersi nei pensieri e nei modi di esprimersi della protagonista che altrimenti, se fosse stata proprio una persona del 1815, avrebbe avuto un modo di pensare molto diverso e distante».


Dev'essere stata necessaria una diversa preparazione, uno studio più approfondito...
«In realtà uno studio di preparazione c'è in tutti i romanzi, sia contemporanei che non, perché se uno dovesse limitarsi a scrivere solo ciò che conosce, ne uscirebbe un'autobiografia. Invece non c'è nulla di autobiografico nei miei romanzi. In tutti affronto un contesto lavorativo o spaziale distante da me e quindi per raccontarlo ho dovuto approfondire tramite lo studio. Qui ho dovuto approfondire anche il contesto storico, quindi la ricerca c'è sempre. Ma, devo dire, non mi pesa».


Di qualcuno dei suoi precedenti romanzi sono stati già acquisiti i diritti. Cosa c'è in ballo? Film, serie tv?
«Queste saranno decisioni della produzione, sono di loro pertinenza. Io ovviamente sono a disposizione per qualsiasi confronto e collaborazione, però per adesso ci stanno lavorando loro e finora non c'è nulla di definito. D'altro canto a me piacciano tutti i formati, non ho una preferenza netta per l'uno o per l'altro. Si vedrà».
 

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