Albanese: «Ecco il mio Don Pasquale». Spettacolo al Petruzzelli di Bari

Albanese: «Ecco il mio Don Pasquale». Spettacolo al Petruzzelli di Bari
di Eraldo MARTUCCI
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 16 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 02:52

Antonio Albanese non smette mai di stupire ad ogni appuntamento, dalla televisione al cinema fino al teatro. Il gentile Epifanio, l’aggressivo Alex Drastico e soprattutto Cetto La Qualunque, politico calabrese depravato e corrotto: sono solo alcuni dei suoi personaggi di più grande successo, dove sembra veramente che la comicità abbia scelto il suo volto per palesarsi in tutta la sua allegria. Un’allegria mai disgiunta da un tocco di malinconica umanità che gli ha consentito di essere apprezzato dai più importanti registi “impegnati” del cinema italiano.

Questo suo grande talento capace di spaziare dal comico al drammatico non poteva trovare autore più congeniale di Gaetano Donizetti per il suo debutto e per il prosieguo come regista d’opera. Il primo risale al 2009, a Milano con l’Accademia alla Scala, ne “Le convenienze ed inconvenienze teatrali”. Il secondo quattro anni dopo a Verona con uno dei più grandi capolavori del compositore bergamasco, “Don Pasquale”. Allestimento che da dopodomani e fino al 24 novembre sarà in scena al Petruzzelli, con la direzione d’orchestra di Renato Palumbo, come penultimo e attesissimo titolo della Stagione d’Opera 2022. 

«A Bari mi trovo benissimo, i pugliesi sono fantastici»

«Mi trovo benissimo a Bari, i pugliesi sono veramente fantastici. E per me è un premio fare un’opera al Petruzzelli, uno dei teatri più belli al mondo»: si presenta in gran forma Albanese, sorridente e rilassato, nell’incontro di ieri in teatro con i giornalisti per raccontare il suo “Don Pasquale”, che non vede assolutamente come opera comica “tout court”, presentando invece personaggi dai caratteri sfuggenti.

«Un’opera per i giovani», ha poi sottolineato, «perfetta per invogliare le nuove generazioni ad andare a teatro perché parla comunque del nostro tempo». 

Pensiero in linea con la sua ambientazione più contemporanea in una vigna, idea venutagli in mente dopo aver conosciuto in Toscana un imprenditore vitivinicolo che gli sembrava avesse molto affinità con il ruolo di Don Pasquale, un anziano ricco che va dietro ad una donna molto più giovane, Norina. L’attore e regista ha spiegato che la vicenda si svolge in una cantina metafisica con una parete occupata da bottiglie vuote; poi c’è la vigna che alla fine si trasforma in una serra con un trionfo di fiori grazie all’intervento di Norina.

Albanese ha poi raccontato diversi aneddoti sulle sue esperienze con il mondo della musica, ricordando in particolare quando portò sua figlia quattordicenne alla Fenice di Venezia per vedere un’opera di Luciano Berio: «Forse ho sbagliato quella volta… mi voleva uccidere!».

A febbraio a Cagliari “Gloria” di Francesco Cilea

E se “Don Pasquale” è il presente, l’immediato futuro come regista d’opera si concretizzerà a febbraio a Cagliari con “Gloria” di Francesco Cilea: «un’opera che non si rappresenta dal 1938 e per me sarà veramente una bella scommessa. Mi piace molto poi l’espressionismo tedesco, e sarebbe bello poter allestire il “Wozzeckdi Berg. E vorrei anche realizzare il “Falstaff” di Verdi». 

«Non sopporto le regie astratte e simboliste»

C’è il tempo anche per raccontare la sua idea di teatro lirico. «A me piace molto quando i cantanti riescono a entrare con il corpo nel personaggio e non soltanto con la voce. Naturalmente il canto è la parte principale di un’opera. D’altronde la bellissima melodia di Donizetti, che ascolto sempre, è stata la grande ispirazione della mia regia, molto rispettosa nel restituire il sapore originale dell’opera. Non sopporto invece le regie astratte e simboliste. Però in qualche caso i cantanti avrebbero bisogno di frequentare dei corsi di recitazione.

Una volta ho lavorato con un cantante coreano, tecnicamente bravissimo, ma in scena era totalmente immobile. A un certo punto per risolvere la situazione l’ho messo su una sedia a rotelle!».

© RIPRODUZIONE RISERVATA