Mamma Barbara vaccinerà il figlio con fibrosi cistica: «Non vedo l'ora. Chi non lo fa è egoista»

Non vedo l'ora di poterlo mandare a scuola

Barbara Canestri invita a vaccinare i bambini: suo figlio di 5 anni sarà tra i primi. Affetto da fibrosi cistica è in cura al Bambin Gesù
Barbara Canestri invita a vaccinare i bambini: suo figlio di 5 anni sarà tra i primi. Affetto da fibrosi cistica è in cura al Bambin Gesù
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Domenica 28 Novembre 2021, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 17:55

Il vaccino può salvare vite umane. È quanto pensa Barbara Canestri che, dopo l'ok dell'Ema (Agenzia europea dei medicinali) e in attesa del via libera da parte dell'Aifa per l'Italia, non vede l'ora di vaccinare il suo bambino di 5 anni, Tomaso, affetto da fibrosi cistica, in cura all'ospedale Bambino Gesù di Roma. «Se avessi davanti una persona che ha scelto di non vaccinarsi o di non vaccinare il proprio figlio -spiega diretta - le direi che questa scelta è un atto di egoismo. Perché non tutela il prossimo».

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«Non vedo l'ora di vaccinarlo- aggiunge - lo vaccino come ho vaccinato lui e sua sorellina più piccola sana, con i vaccini obbligatori, ma anche quelli facoltativi. Perché il vaccino esiste per un motivo, grazie a delle persone che studiano per anni, che investono tempo, denaro, la loro professionalità per cercare di far andare via alcune malattie che ci sono state negli anni, nei secoli. E noi stiamo ancora qui a dire ho paura, non sono sicuro».

«Ho letto -ricorda Barbara- i commenti alla notizia dell'approvazione del vaccino Covid per la fascia pediatrica da parte di no vax e genitori dal tenore 'Giù le mani dai bambini, siete dei criminali, degli assassinì: ma quando diamo l'antipiretico più diffuso al bambino e leggiamo il bugiardino, anche in quel caso ci sarà una probabilità su un milione di decesso. Cosa facciamo allora, non glielo diamo? Follia pura, bisogna vaccinare tutti i bambini, non solo quelli fragili».

«Io ovviamente -aggiunge - non vedo l'ora perché avendo un bimbo con questa situazione non vedo l'ora di poterlo mandare a scuola non dico serenamente, perché nel caso della nostra patologia non è comunque del tutto possibile, ma con altro spirito: al primo naso che cola non dover avere l'incubo che qualcuno gli abbia attaccato il Covid, avendo una patologia respiratoria su di lui si può scatenare un inferno».

Venerdì il piccolo Tomaso farà anche il vaccino dell'influenza e la mamma dice: «Il rischio in un vaccino è in percentuale talmente esigua che è difficile annoverarla, e allora questo rischio ce lo dobbiamo assumere con coscienza come facciamo per tutto ciò che viviamo quotidianamente».

Mamma Barbara è convinta della sua scelta e non solo: spiega che, per prassi, chiede di essere almeno avvertita quando le altre mamme e gli altri papà mandano i figli raffreddati in classe. «Signori -racconta di aver scritto loro sulla chat di classe - un raffreddore di vostro figlio per il mio è significato un ricovero e averlo dovuto togliere da scuola per un mese.

Per cortesia cerchiamo di fare rete, usare la testa e il cervello».

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